POESIE DI G. ANDERS
I pesci non sanno nulla della luna la luna
non sa nulla delle meduse.
E chi vive negli abissi del mare
non ha idea delle onde.
La radice non vede mai il fiore
e il fiore mai il gambo
e così via.
Nessuna cellula del corpo sa come mi chiamo,
che io ho un nome.
A nessuno viene in mente chi io sono,
che io sono.
Viceversa anche a me
il corpo appare come un animale sconosciuto.
Se nessuna cosa l'altra conosce,
tutto rimane trascendente.
L'Amore non mi aspettava
sorpreso mi ha visto arrivare
attraverso i tuoi occhi
commosso mi ha preso
nelle tue braccia e mi ha
coperto dei tuoi baci
Nascondono canzoni
i baffi del mio gatto,
più delle corde della mia chitarra
e vibrano sornioni
il loro repertorio astratto.
Se una scimitarra li tagliasse,
come per miracolo ancora
crescerebbero e a suonare
riprendendo
del mio buffo strumento
a vita
si farebbe
beffe, il gatto.
rovescia sulle spalle le memorie,
le annoda e le abbellisce
di capricci. Gelida,
mi guarda estranea, eppure è me che chiama
"amore", stando muta sulle punte.
A prenderla per mano
sicura ti conduce
a perderti, ché non ricorda nulla,
né corre dietro ad altro che di sé
l'immagine riflessa.