Un giorno lontano, quando verrai da me allora dirò “ti ho dimenticata”. Se mi rimproverai silenziosa, dirò “ti ho tanto rimpianta fino a dimenticarti”. Se ancora mi biasimerai, dirò “Ho dovuto dimenticare, perché più non speravo” Né oggi né ieri ti ho dimenticata, ma un giorno lontano dirò “ti ho dimenticata”.
La gioia dell'amore non dura che un attimo. Le pene d'amore durano tutta la vita.
Cercavo te nelle stelle quando le interrogavo bambino. Ho chiesto te alle montagne, ma non mi diedero che poche volte solitudine e breve pace. Perché mancavi, nelle lunghe sere meditai la bestemmia insensata che il mondo era uno sbaglio di Dio, io uno sbaglio del mondo. E quando, davanti alla morte, ho gridato di no da ogni fibra, che non avevo ancora finito, che troppo ancora dovevo fare, era perché mi stavi davanti, tu con me accanto, come oggi avviene, un uomo una donna sotto il sole.
Sono tornato perché c’eri tu.
La forza dell'amore è l'unica in grado di spingerci a superare tutti gli ostacoli ed i nostri limiti.
Il primo sguardo dalla finestra al mattino il vecchio libro ritrovato volti entusiasti neve, il mutare delle stagioni il giornale il cane la dialettica fare la doccia, nuotare musica antica scarpe comode capire musica moderna scrivere, piantare viaggiare cantare essere gentili.
Piccoli piaceri mattutini e piccoli gesti che rendono la nostra vita più bella.
Quale canto s’è levato stanotte che intesse di cristallina eco del cuore le stelle
Quale festa sorgiva di cuore a nozze
Sono stato uno stagno di buio Ora mordo come un bambino la mammella lo spazio
Ora sono ubriaco d’universo.
Veramente bella questa notte fatta di luce, di folgorazioni e di speranza. Dinnanzi all'immensità del cielo stellato, il poeta entra in tale sintonia con l'universo da sentirsi pervadere da una profonda sensazione di benessere. Un Ungaretti sempre superbo nel trasferire emozioni e immagini attraverso le sue parole.
Nella strada tra i pioppi, silenziosi, andavamo lei e io la luna in mezzo ai monti già saliva, e tra i rami cantava l’usignolo. E le dissi... Non so che le disse la mia voce tremante...
Nell’etere la luna si fermò interruppe il suo canto l’usignolo e l’amata, gentile, scossa e muta, il cielo interrogò.
Sapete le domande misteriose che sono una risposta? Serba, luna, il segreto della mia anima; tacilo, usignolo!
E tu chi sei? chiesi alla pioggia che scendeva dolce, e che, strano a dirsi, mi rispose, come traduco di seguito: sono il Poema della Terra, disse la voce della pioggia, eterna mi sollevo impalpabile su dalla terraferma e dal mare insondabile, su verso il cielo, da dove, in forma labile, totalmente cambiata, eppure la stessa, discendo a bagnare i terreni aridi, scheletriti, le distese di polvere del mondo, e ciò che in essi senza di me sarebbe solo seme, latente, non nato; e sempre, di giorno e di notte, restituisco vita alla mia stessa origine, la faccio pura, la abbellisco; (perché il canto, emerso dal suo luogo natale, dopo il compimento, l’errare, sia che di esso importi o no, debitamente ritorna con amore.)
Il continuo e infinito spettacolo della natura e della vita.
Non esprimere l'amore, Quello vero è sempre ascoso; È uno spiro che si muove Silenzioso, misterioso.
Dichiarai, il mio grande amore Il mio cuore le si aprì, Con paure orrende, fredda Ah, tremando, lei fuggì.
Come fu da me lontana Un viandante l'accostò, Silenzioso, misterioso: Sospirò e la conquistò.
Non cercare mai di dire il tuo amore se non puoi sopportare di non essere compreso.
William Blake non afferma che l'amore sia impossibile, ma che è impossibile che due esseri umani possano reciprocamente entrare in sintonia piena e totale. Il poeta inglese, molto apprezzato per le sue visioni filosofiche e rivoluzionarie, in questi versi estremamente significativi, sostiene che le parole d'amore, per quanto espresse con tutto il cuore e per quanto siano sincere e sofferte, sono indicibili, la persona amata non le comprenderà e se ne andrà. La prenderà il primo che passa, e se la porterà via, e all'amante non resteranno che amari ricordi e dolorosi rimpianti.
Che vita è mai questa se, pieni d’impegni, non abbiamo tempo per fermarci e ammirare. Né per sostare sotto i rami e fissare a lungo, come pecore o mucche. Né per vedere, passando tra boschi, scoiattoli che nascondono le loro noci nell’erba. Né per osservare, in pieno giorno, ruscelli pieni di stelle, come cieli di notte. Né per voltarci verso la bellezza, e ammirare i suoi piedi che sanno danzare. Né per aspettare che la sua bocca completi il sorriso che le parte dagli occhi. Una povera vita è questa se, pieni d’impegni, non abbiamo tempo per fermarci a guardare.
La poesia di William Henry Davies c’insegna l’importanza delle piccole cose semplici della vita quotidiana che spesso, per il ritmo frenetico della modernità, non riusciamo a comprendere appieno e ad apprezzare.
--- La pittura è una poesia che si vede e non si sente,
e la poesia è una pittura che si sente e non si vede.
(Leonardo da Vinci)
Sul mio cuore, poesia, cammina lentamente, lenta come l’erica delle paludi, come un uccello plana sul ghiaccio notturno. Se frangi la crosta di questa mia pena Potresti annegare, poesia.