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30 maggio 2016 1 30 /05 /maggio /2016 14:22

 

 

TAMAR DI GIUDA - HAYEZ FRANCESCO

 

 

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Tes mains  Tes mains  Tes mains 

 

Tamar di Giuda

 

Hayez, Francesco

 

 

 

 

Autore: Hayez, Francesco (1791-1882),

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 84,5 cm x 112 cm (intero)

Collocazione::Varese (VA), Civico Museo d'arte Moderna e contemporanea Castello di

Masnago

 

 

 

Descrizione: Il dipinto ritrae sullo sfondo di un cielo azzurro, appena velato da bianche nuvole, una donna identificabile con il personaggio biblico di Tamar. La giovane è rappresentata in posizione frontale, con la gamba sinistra leggermente in avanti e il corpo inclinato lateralmente: la donna indossa una bianca veste aperta sul davanti così da mostrare il seno nudo, e coperta sulle spalle e sul capo da un ampio mantello color ocra gialla che lei stessa sostiene con il braccio destro sollevato e portato in avanti nell'atto di coprirsi. Nella mano sinistra regge un bastone ricurvo sulla sommità e un anello d'oro; al collo porta un ricco collare dorato. Il volto, raffigurato quasi di tre quarti, è rivolto verso la sinistra della composizione ed è caratterizzato da un'espressione intensa e malinconica, accentuata dalla penombra offerta dalla pieghe del mantello e del rosso turbante che le copre la testa.

La vicenda cui si riferisce il dipinto è tratta dal libro 38 della Genesi, che racconta la storia di Tamar, moglie del primo figlio di Giuda, Er. Dopo la precoce morte del marito, secondo l'obbligo della legge ebraica del levirato, la donna ne sposò il fratello, Onan, il quale però si rifiutò di avere figli da lei che, sempre secondo tale legge, sarebbero stati considerati del fratello Er e non suoi. Onan ricorse al metodo anticoncezionale del "coitus interruptus" ma, essendo questa una pratica considerata peccaminosa, venne punito da Dio con la morte. Giuda avrebbe dunque dovuto dare in marito a Tamar il suo terzo figlio, Sela, che però all'epoca era troppo giovane: la donna venne quindi rimandata dai genitori con la promessa che quando il ragazzo fosse cresciuto l'avrebbe sposata. Ma Giuda, temendo che la causa della morte di Er e Onan fosse Tamar e non volendo che anche Sela perisse, finse di dimenticarsi della nuora. Tamar escogitò allora uno stratagemma: si travestì da prostituta e senza essere riconosciuta (si era velata il volto) sedusse Giuda che, per unirsi a lei, le promise un capretto del suo gregge e le lasciò in pegno il suo sigillo, il cordone e il bastone. Quando Giuda venne informato che sua nuora si era prostituita ed era rimasta incinta, la condannò al rogo: la donna inviò allora al suocero gli oggetti che le aveva lasciato e gli mandò a dire che l'uomo con cui si era prostituita era il proprietario di quelle cose. Giuda riconobbe il sigillo e gli altri oggetti e riconobbela sua colpa, cioè di non aver dato in marito a Tamar il suo terzo figlio che partorì i gemelli Perez e Zerac. 

 

 

 

 

 

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  • mondodiverso
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--- La pittura è una poesia che si vede e non si sente, 
e la poesia è una pittura che si sente e non si vede.
(Leonardo da Vinci)
  • --- La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede. (Leonardo da Vinci)

                                                                    

 

 Sul mio cuore, poesia, cammina lentamente,
lenta come l’erica delle paludi,
come un uccello plana sul ghiaccio notturno.
Se frangi la crosta di questa mia pena
Potresti annegare, poesia.


Olav H. Hauge  
 
 
 
                                           5Gd_q2Uv210---Copia.jpg                                 
   
    
 Questa strada ha un cuore.
Per me c'è solo un viaggio
su strade che hanno un cuore.
Là io voglio andare
è l' unica sfida che valga la pena.
     
   

 

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