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4 marzo 2020 3 04 /03 /marzo /2020 15:55

 

"Veniamo a Genova, che  dici  di non  avere  mai visto. Vedrai  una città

regale, addossata ad una collina alpestre, superba per uomini e per mura,

il cui solo aspetto la indica signora del mare."

 

Francesco Petrarca, 1358

 

 

 

 

 

GENOVA

 

 

 

Il sali-scendi dei carrugi del cuore di Genova

 

 

 

 

 

 

 

GENOVA UNA CITTA' PER CANTARE

 

 

 

Fabrizio De André, il più celebre dei cantautori italiani,  è qui che abitò in gioventù: tra carrugi e piazzette. Nelle sue canzoni Genova è dipinta di colore, dialetti, labirinti, mare e tipi strani. E di poesie dove i protagonisti sono luoghi di contrabbando e l'amore è come una rivoluzione.  

 

 

 

Fabrizio De André - Bocca di rosa

 

 

 

 

De Andrè era sempre dalla parte dei più poveri (prostitute, marinai insomma quelli di ceti sociali bassi) e si scagliava spesso contro i potenti che esercitavano tutto il loro potere a svantaggio dei più poveri. De Andrè in questa bellissima canzone (poesia) descrive i luoghi più poveri della famosa città di Genova (negli anni '60 circa), parlando di prostitute.

 

 

 

Fabrizio De André - Via del campo

 

 

 

 

Questa, in parte, era la Genova di Fabrizio De Andrè: libera, superba fatta di emarginati e artisti. Profonda e frivola al contempo, con tutte le contraddizioni che la società del boom economico degli anni ’60 viveva. E che lui cantò come nessun altro.

 

 

 

 

 

 

 

Fabrizio de Andrè - Il testamento di Tito

 

 

GENOVA PER ME - Intervista a Fabrizio De André
 
 
 
Genova per me è come una madre.
E' dove ho imparato a vivere
Mi ha partorito ed allevato fino al
compimento del trentacinquesimo
anno di età: e non è poco, anzi, forse
è quasi tutto. Oggi a me pare che
Genova abbia la faccia di tutti i poveri
diavoli che ho conosciuto nei suoi
carruggi, gli esclusi che avrei poi
ritrovato in Sardegna, le "graziose"
di via del Campo.
I fiori che sbocciano dal letame.
I senzadio per i quali chissà che Dio
non abbia un piccolo ghetto ben
protetto, nel suo paradiso, sempre
pronto ad accoglierli.


 
 
 
 

Fabrizio De Andrè – La canzone dell’amore perduto.

 

 

 

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  • mondodiverso
  •  
 
--- La pittura è una poesia che si vede e non si sente, 
e la poesia è una pittura che si sente e non si vede.
(Leonardo da Vinci)
  • --- La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede. (Leonardo da Vinci)

                                                                    

 

 Sul mio cuore, poesia, cammina lentamente,
lenta come l’erica delle paludi,
come un uccello plana sul ghiaccio notturno.
Se frangi la crosta di questa mia pena
Potresti annegare, poesia.


Olav H. Hauge  
 
 
 
                                           5Gd_q2Uv210---Copia.jpg                                 
   
    
 Questa strada ha un cuore.
Per me c'è solo un viaggio
su strade che hanno un cuore.
Là io voglio andare
è l' unica sfida che valga la pena.
     
   

 

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