"Veniamo a Genova, che dici di non avere mai visto. Vedrai una città
regale, addossata ad una collina alpestre, superba per uomini e per mura,
il cui solo aspetto la indica signora del mare."
Francesco Petrarca, 1358
GENOVA
Il sali-scendi dei carrugi del cuore di Genova
GENOVA UNA CITTA' PER CANTARE
Fabrizio De André, il più celebre dei cantautori italiani, è qui che abitò in gioventù: tra carrugi e piazzette. Nelle sue canzoni Genova è dipinta di colore, dialetti, labirinti, mare e tipi strani. E di poesie dove i protagonisti sono luoghi di contrabbando e l'amore è come una rivoluzione.
Fabrizio De André - Bocca di rosa
De Andrè era sempre dalla parte dei più poveri (prostitute, marinai insomma quelli di ceti sociali bassi) e si scagliava spesso contro i potenti che esercitavano tutto il loro potere a svantaggio dei più poveri. De Andrè in questa bellissima canzone (poesia) descrive i luoghi più poveri della famosa città di Genova (negli anni '60 circa), parlando di prostitute.
Fabrizio De André - Via del campo
Questa, in parte, era la Genova di Fabrizio De Andrè: libera, superba fatta di emarginati e artisti. Profonda e frivola al contempo, con tutte le contraddizioni che la società del boom economico degli anni ’60 viveva. E che lui cantò come nessun altro.
Fabrizio de Andrè - Il testamento di Tito
E' dove ho imparato a vivere
Mi ha partorito ed allevato fino al
compimento del trentacinquesimo
anno di età: e non è poco, anzi, forse
è quasi tutto. Oggi a me pare che
Genova abbia la faccia di tutti i poveri
diavoli che ho conosciuto nei suoi
carruggi, gli esclusi che avrei poi
ritrovato in Sardegna, le "graziose"
di via del Campo.
I fiori che sbocciano dal letame.
I senzadio per i quali chissà che Dio
non abbia un piccolo ghetto ben
protetto, nel suo paradiso, sempre
pronto ad accoglierli.
Fabrizio De Andrè – La canzone dell’amore perduto.