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9 dicembre 2015 3 09 /12 /dicembre /2015 12:58

E il cuore mi va in pezzi, certo, in ogni momento di ogni giorno, in più pezzi di quanti compongano il mio cuore, non mi ero mai considerato di poche parole, tanto meno taciturno, anzi non avevo proprio mai pensato a tante cose, ed è cambiato tutto, la distanza che si è incuneata fra me e la mia felicità non era il mondo, non erano le bombe e le case in fiamme, ero io, il mio pensiero, il cancro di non lasciare mai la presa, l'ignoranza è forse una benedizione, non lo so, ma a pensare si soffre tanto, e ditemi, a cosa mi è servito pensare, in che grandioso luogo mi ha condotto il pensiero? Io penso, penso, penso, pensando sono uscito dalla felicità un milione di volte, e mai una volta che vi sia entrato.

A noi servono tasche molto più grandi, ho pensato a letto, mentre contavo i sette minuti che ci vogliono in media ad una persona per addormentarsi. Servono tasche enormi, tasche abbastanza grandi per le nostre famiglie, e per i nostri amici, e anche per le persone che non sono nelle nostre liste, gente che non abbiamo mai conosciuto ma vogliamo proteggere. Servono tasche per i distretti e per le città, una tasca che possa contenere l’universo.

 

Però sapevo che non possono esistere tasche così grandi, e che alla fine tutti perdiamo tutti.

 

Quella sera mi  sono sentito incredibilmente vicino a ogni cosa nell'universo, ma anche straordinariamente  solo. Per la  prima volta in  vita mia mi sono chiesto se la vita valeva tutta la fatica  che  serve per  vivere. Perchè, esattamente, valeva la pena di  vivere? Che  c'è  di così orrendo  nell'essere morti per  sempre e non provare niente, non sognare nemmeno? Che c'è di così fantastico nel provare sensazioni e fare sogni? 

 

 

 

 

Jonathan Safran Foer

Nato                      1977 Washington 

Nazionalità             Stati Uniti Stati Uniti 

Attività                    Scrittore

 

 

Jonathan Safran Foer, uno dei più talentuosi scrittori della nuova generazione americana, autore di romanzi di grandissimo successo di pubblico e critica come "Molto forte, incredibilmente vicino" (2005), in cui narra la storia di un bambino il cui padre muore negli attentati dell’11 settembre, da cui è stato tratto il film di Stephen Daldry.

 

A New York un ragazzino riceve dal padre un messaggio rassicurante sul cellulare: "C'è qualche problema qui nelle Torri Gemelle, ma è tutto sotto controllo". È l'11 settembre 2001. Tra le cose del padre scomparso il ragazzo trova una busta col nome Black e una chiave: a questi due elementi si aggrappa per riallacciare il rapporto troncato e per compensare un vuoto affettivo che neppure la madre riesce a colmare. Inizia un viaggio nella città alla ricerca del misterioso signor Black: un itinerario ricco di incontri che lo porterà a dare finalmente risposta all'enigmatico ritrovamento e ai propri dubbi. E sarà soprattutto l'incontro col nonno a fargli ritrovare un mondo di affetti e a riaprirlo alla vita.

 

 

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  • mondodiverso
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--- La pittura è una poesia che si vede e non si sente, 
e la poesia è una pittura che si sente e non si vede.
(Leonardo da Vinci)
  • --- La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede. (Leonardo da Vinci)

                                                                    

 

 Sul mio cuore, poesia, cammina lentamente,
lenta come l’erica delle paludi,
come un uccello plana sul ghiaccio notturno.
Se frangi la crosta di questa mia pena
Potresti annegare, poesia.


Olav H. Hauge  
 
 
 
                                           5Gd_q2Uv210---Copia.jpg                                 
   
    
 Questa strada ha un cuore.
Per me c'è solo un viaggio
su strade che hanno un cuore.
Là io voglio andare
è l' unica sfida che valga la pena.
     
   

 

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