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31 ottobre 2015 6 31 /10 /ottobre /2015 14:57

 

 

*Abd al-Jabbār ibn Muhammad ibn Hamdīs * 

in arabo

عبد الجبار بن أبي بكر بن محمد بن حمديس الأزدي الصقلي أبو محمد‎

(Siracusa 1056 circa - Maiorca 1133)

fu un poeta arabo-siciliano

massimo esponente della poesia araba di Sicilia tra l'XI e il XII secolo.

 

 

 

 

Nel fior della gioventù fui destinato a viver lungi [ di casa mia ] quando

quella [ felice età] fosse declinata e scomparsa.

 

 

 

 

Il poeta arabo-siculo fu costretto a lasciare quella che per lui era la sua patria, la Sicilia.

Dopo la conquista normanna della città (1078) si rifugiò a Siviglia, presso un amico, dove scrisse fra l'altro dei versi pieni di nostalgia per il suo paradiso perduto:

 

 Con nostalgia filiale anelo alla patria, verso cui mi attirano le dimore delle belle sue donne.

E chi ha lasciato l’anima a vestigio di una dimora, a quella brama col corpo fare ritorno….

Viva quella terra popolata e colta, vivano anche in lei le tracce e le rovine!

Io anelo alla mia terra, nella cui polvere si son consumate le membra e le ossa dei miei avi.

Le sollecitudini della canizie bandiscono l'allegria della gioventù. Ahi! la canizie abbuia[l'animo] quand'essa risplende!

Nel fior della gioventù fui destinato a viver lungi [di casa mia] quando quella [felice età] fosse declinata e scomparsa.

Conosci tu alcun conforto della [perduta]gioventù? [Dimmelo], perché chi sente il malore brama la medicina.

Vestirò forse la canizie col nero del hidàb; metterò su l'aurora la notte per coperchio?

 

Le poesie del poeta arabo-siciliano Ibn Hamdis

Un legger venticello, fiato di fresca brezza, soffia soave e mormora:

A notte ella mosse, guidata da balenii che fean piangere il cielo su' morti [distesi] in terra.

Udiasi la voce del tuono che cacciava le nubi, come il camelo quando sgrida col muggito le sue femmine restie.

Ardeano i lampi d'ambo i fianchi di essa: era il luccicar delle spade sguizzanti fuor dal fodero.

Passai la notte nelle tenebre. O primo albore [io dicea] recami la luce!

O vento, quando apporti la pioggia a ricreare i campi assetati,

Spingi verso di me i nugoli asciutti, ch'io li saturi col pianto mio!

Bagni il mio pianto quel terreno dove passai la giovinezza: ah, che nella sventura sia sempre irrorato di lacrime!

O vento, che tu corra presso alle nubi, o che te ne scosti, non lasciar, no, che asseti certa collina del caro paese!

La conosci tu? Se no, [sappi] che l'ardor del sole vi fa olezzare i [verdi] rami.

Qual meraviglia? In que' luoghi gli intelletti d'amore impregnan l'aria di lor profumi.

Lì batte un cuore sì pieno [d'affetto], ch'io v'ho attinto tutto il sangue che mi corre nelle vene.

A quelle piagge riedon sempre furtivi i miei pensieri, come il lupo ritorna [sempre] a sua boscaglia.

Quivi fui compagno dei lioni che correano alla foresta: quivi andai a trovar le gazzelle in lor covile.

Dietro a te, o mare, è il mio paradiso: quello in cui vissi tra' gaudii, non tra le sventure!

Vidi lì spuntar l'aurora [della] mia [ vita] ed or, a sera, tu me ne vieti il soggiorno!

O perché mi fu tolto ciò ch'io bramava, quando il pelago mi separò da quelle piagge?

Avrei montata, invece di palischermo, la falcata luna, per arrivar a stringermi al petto il [mio] Sole!

 

 

 

Guarda la bellezza della luna nuova che spunta

e squarcia con il suo lume le tenebre

Sembra una falce tutta d'oro che miete il narciso

tra i fiori dei giardini.

 

 

 

 

Una meravigliosa e struggente poesia del poeta siciliano-arabo

che piange la sua Sicilia

 

Sicilia mia. Disperato dolore

si rinnova per te nella memoria

Giovinezza. Rivedo le felici follie perdute

e gli amici splendidi

Oh paradiso da cui fui cacciato!

Che vale ricordare il tuo fulgore?

Mie lacrime. Se troppo non sapeste di amaro formereste ora i suoi fiumi

Risi d'amore a vent'anni sventato a sessanta ne grido sotto il peso

Ma tu non aggravare le mie colpe

Se l'Iddio tuo già concesse il perdono

In alto la penombra si dirada

agitata dai veli della luce

ma questa luce è un modo del distruggersi

manda luce chi perde la sua vita.

 

 

 

Al di là di te, o mare, ho un paradiso di cui

io vestii la delizia, non la sventura.

 

 

 

Vino di colore e odor di rosa, mescolato all'acqua

ti mostra stelle fra raggi di sole.

 

Con esso cacciai le cure dell'animo

con una bevuta il cui ardore serpeggia sottile

quasi inavvertibile.

L'argentea mia mano, stringendo il bicchiere,

ne ritrae le cinque dita dorate.

 

 

 

Ma come sperar una tinta che duri,

se non ho trovato [il modo]

di far durare la

gioventù?

 

 

Ci affascinano le belle che muovono gli occhi

di gazzella in visi rotondi come lune.

 

Dalle chiome fluenti, dall'incedere aggraziato,

dai glutei pieni, dalla vita sottile.

 

La fresca giovinezza

profuma la loro bocca dalle labbra di corallo,

dai denti di perla,

 

come quando lo zefiro, impregnato di abir,

scorre sulla rosa e sulla camomilla. 

 

 

 

 

 

Sembrano perfezioni, ma risplendono
soltanto agli occhi tuoi: valgono niente;

quanti nemici stanno in un amico
e in quanta quiete si nasconde il ladro!

Quanti cavalli di armoniose forme
non arrivano, deboli, alla meta!

Quanti cammelli, in viaggio, nella notte,
li trattiene il difficile cammino!

Così l'affanno trascina l'amante
dove l'ascesi e l'angoscia si legano:

sventura all'uomo afflitto da ignoranza,
che gli lodano il corpo e non l'ingegno!

È quasi un'ala, a volare, il denaro:
ma già è stroncata, e non rimane un bene:

quanti uomini degni in vile veste!

Si lucida una spada e non la guerra.

 

 

 

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  • mondodiverso
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--- La pittura è una poesia che si vede e non si sente, 
e la poesia è una pittura che si sente e non si vede.
(Leonardo da Vinci)
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 Sul mio cuore, poesia, cammina lentamente,
lenta come l’erica delle paludi,
come un uccello plana sul ghiaccio notturno.
Se frangi la crosta di questa mia pena
Potresti annegare, poesia.


Olav H. Hauge  
 
 
 
                                           5Gd_q2Uv210---Copia.jpg                                 
   
    
 Questa strada ha un cuore.
Per me c'è solo un viaggio
su strade che hanno un cuore.
Là io voglio andare
è l' unica sfida che valga la pena.
     
   

 

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