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8 febbraio 2020 6 08 /02 /febbraio /2020 14:38

 

 

 

Marina Cvetáeva

 

 

 

 

Non era alta di statura: un metro e sessantatré. Aveva spalle larghe, fianchi stretti e vita sottile come un ragazzo egizio. I passi e i movimenti erano leggeri e precisi: li rallentava e conteneva in presenza d’ altri. Anche i lineamenti del volto erano netti e precisi. I capelli, castani in gioventù, cominciarono a incanutire presto, rafforzando la luminosità della pelle olivastra. Gli occhi, color verde dell’uva, erano ombreggiati da lunghe ciglia brune. Aveva mani forti. Amava gli oggetti robusti. Sapeva raccontare in modo splendido, con la sua voce giovanile e piena. Spartana nelle abitudini, parca nel cibo, non si sottraeva alla tentazione del fumo: fumava le sigarette Papirosy, quando era in Russia. Andava a letto tardi e si svegliava presto. Sullo scrittoio poggiava una tazzina di caffè bollente e ci si metteva, ogni mattina che Dio mandava in terra, come un operaio alla macchina. Alla scrittura, la poesia, era capace di posporre qualunque altra cosa. Non amava i fiori recisi; preferiva le piante selvatiche, e gli alberi. Questo è il ritratto di Marina Cvetáeva, la grande poetessa russa nata nel 1892 e morta suicida nel 1941, fatto da sua figlia Ariadna Efron, nel libro di memorie, intitolato appunto: Marina Cvetáeva, mia madre.

 

 

 

 

 

 

Per far crescere l'anima

tutto serve

Le perdite

più di ogni altra cosa.

 

 

 

 

L’anima non e mai amata come il corpo, al massimo lodata .
Il corpo, lo si ama con mille anime. Chi mai s’è dannato per un‘anima?
E se anche qualcuno lo volesse, sarebbe impossibile:
amare un‘anima fino alla dannazione significa essere angeli.

 

 

 

 

Una metà della finestra s'è spalancata
Una metà dell'anima s'è mostrata
Su, apriamo anche l'altra metà
anche l'altra metà della finestra!

 

 

L'anima, che per l'uomo comune è il vertice della spiritualità,

per l'uomo spirituale è quasi carne.

 

 

 

 

 

 

Marina Ivanova Cvetaeva, figlia di un filologo e di una musicista, precocissima scrittrice,  emigrò nel 1922 all'estero per raggiungere Sergej Efron suo marito agente dei bolscevichi. Soffrì la sua posizione politica e quando rientrò in Russia marito e figlia furono vittime di Stalin.  

All'epoca del conflitto mondiale si rifugiò nella repubblica tartara dove si suicidò impiccandosi ad una trave dell'isba - 1941

 

I SUOI TESTI SONO tuttora RAPPRESENTATI IN MOLTISSIMI TEATRI NEL MONDO.

 

 

 

 

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  • mondodiverso
  •  
 
--- La pittura è una poesia che si vede e non si sente, 
e la poesia è una pittura che si sente e non si vede.
(Leonardo da Vinci)
  • --- La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede. (Leonardo da Vinci)

                                                                    

 

 Sul mio cuore, poesia, cammina lentamente,
lenta come l’erica delle paludi,
come un uccello plana sul ghiaccio notturno.
Se frangi la crosta di questa mia pena
Potresti annegare, poesia.


Olav H. Hauge  
 
 
 
                                           5Gd_q2Uv210---Copia.jpg                                 
   
    
 Questa strada ha un cuore.
Per me c'è solo un viaggio
su strade che hanno un cuore.
Là io voglio andare
è l' unica sfida che valga la pena.
     
   

 

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