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Haiku
Arde il sole
dopo duro lavoro
- grande bevuta.
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LAVANDARE
Nel campo mezzo grigio e mezzo nero
Resta un aratro, senza buoi, che pare
Dimenticato, tra il vapor leggero.
E cadenzato dalla gora viene
Lo sciabordare delle lavandare
Con tonfi spessi e lunghe cantilene:
Il vento soffia e nevica la frasca
E tu non torni ancora al tuo paese!
Quando partisti come son rimasta!
Come l’aratro in mezzo alla maggese.
Giovanni Pascoli
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Jean-Francois Millet, Honoré Daumier MILLET (1814-1875), pittore paesaggista della scuola di Barbizon, descrisse la fatica del lavoro nei campi con l’intento di denunciarne gli stenti. Ne, Le Spigolatrici, 1857, tre donne, curve, raccolgono le spighe sfuggite alla mietitura, mentre alle loro spalle la luce del sole illumina il giorno. Nascondono i volti stanchi e sudati per la fatica della giornata e per il sole cuocente sulle loro teste, le loro vesti sono sporche e logorate, le loro mani gonfie e nodose, così Millet denuncia la vita dura a cui era sottopostala classe contadina.
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IL SOGNO CONTADINO
Nella notte scrosciò, venne dirotta
la pioggia, a strisce stridule, infinite:
e il tuono rotolò da grotta a grotta.
Egli, il capoccia, avvolto nel suo
mite, tacito sonno, non udiva.
Udiva nascere l'erba. Vide le pipite verdi.
Il grano sfronzò, quindi accestiva.
Nevicava in suo sogno, a fiocco a fiocco;
candido il monte, candida la riva.
No, quel bianco eran fiori d'albicocco e di susino,
e l'ape uscia dal bugno ronzando,
e il grano già facea lo stocco.
Anzi, graniva; ch'era già di giugno.
La cicala friniva su gli ornelli.
Egli l'udiva, con la falce in pugno.
L'acqua scendeva stridula a ruscelli.
Giovanni Pascoli
ARANO
Al campo, dove roggio nel filare
qualche pampano brilla, e dalle fratte
sembra la nebbia mattinal fumare,
arano: a lente grida, uno le lente
vacche spinge; altri semina; un ribatte
le porche con sua marra pazïente;
ché il passero saputo in cor già gode,
e il tutto spia dai rami irti del moro;
e il pettirosso: nelle siepi s'ode
il suo sottil tintinno come d'oro.
Giovanni Pascoli