Antonia Pozzi
Non monti, anime di monti sono queste pallide guglie,
irrigidite in volontà d'ascesa. ...
Antonia Pozzi, fin dalla prima adolescenza, anzi quasi fin dalla fanciullezza, il suo spirito è teso alla ricerca di spiegazioni dei misteri della vita e dell'eternità: scrive a 14 anni, in una pagina di diario:
Sono appena tornata dalla casa dei miei amici. Abbiamo ragionato a lungo intorno a cose grandi, troppo grandi per noi; e abbiamo detto del principio e della fine del mondo, dell’origine della materia; abbiamo vagato con la mente nello spazio costellato di pianeti, abbiamo discusso sulla vita dell’aldilà, abbiamo finito col rimanere assorti in uno stesso pensiero, mentre le ombre della sera scendevano lente, avvolgendo tutto delle loro brume misteriose. È strana l’impressione che provo io nel pensare alla vastità della terra: spingo più che posso il mio sguardo al limite dell’orizzonte; mi dico: è più grande-rivedo il panorama goduto dalla Madonnina del Duomo: no, è più grande ancora - mi si riaffaccia la visione scintillante avuta sulle cime della Grignetta: no, no, è più vasta. E allora tento, tento raffigurarmi una distesa immensa, sconfinata, che s’incurva così, laggiù... E lo stesso provo pensando all’eternità; sempre, ripeto a me stessa; sempre... sempre... Mi scuoto con un brivido: sempre! parola terribile, terribile come mai! (D 28-29 - febbraio 1926).