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17 febbraio 2012 5 17 /02 /febbraio /2012 16:38

 

 

I grandi maestri del Novecento

   

 

Max Campigli

 

Berlino 1895 - S. Tropez 1975

   

" C'è  sempre  una forma  ad otto  che  mi  vien fatta:  può  diventare un busto a clessidra o

anche una testa   sopra  una scollatura. (citato in Carlo Giacomazzi, Amava il numero 8, La

Fiera Letteraria, n. 17, aprile 1973) "

 

 

Isola felice, 1928

 

Max Hilenfeld -  Massimo Campigli - è uno dei pittori più rappresentativi  del  Novecento

Italiano.Nasce a Berlino il 4 luglio 1895 da Paolina Luisa Hielenfeld,giovane diciottenne della

alta  borghesia  tedesca che cerca di  nascondere  la gravidanza illegittima raggiungendo la

madre presso Settignano (Firenze) e  fingendo che  il  bambino  sia  un lontano parente. La

famiglia gli nasconde che la donna che lo alleva e che chiama, mamma, è in realtà la nonna,

mentre la vera madre è zia Paolina.Il giovane Max solo a quindici anni conosce casualmente

la verità, mentre  vive  a Milano  con  la  zia-mamma, che  nel  frattempo  si  è  sposata. La

rivelazione lascia un forte segno nella psiche del futuro artista che vedrà il mondo femminile

con occhi particolari .

 

Il teatro con attrici

 

La collana

 

Piccolo concerto

 

Durante gli studi classici matura un forte interesse per la Letteratura e l'Arte, che lo portano,

a  soli  19  anni, a  lavorare al  Corriere  della Sera, ed  a frequentare  l'ambiente futurista

milanese, conoscendo Carlo Carrà e Umberto Boccioni.

 

 

Massimo Campigli del periodo futurista esposto all'Hermitage

Massimo Campigli del periodo futurista esposto all'Hermitage

 

   

 

 

 

 

  

 

Le donne di Campigli

 

 Le maggiori fonti d'ispirazione del pittore sono l'arte etrusca e l'archeologia, ma la figura

della  madre,  il ruolo  e  l'importanza  che  le  donne  rivestono  nella  sua  vita  sono   di

straordinario rilievo per la sua arte. La donna la vede come un essere eccezionale, ma allo

stesso tempo, totalmente  e  semplicemente  un  essere  umano  dalla  grande  semplicità,

capace, oltretutto, di colmare il vuoto che nella vita può essere lasciato dagli uomini (da un

padre). Massimo Campigli ammira la donna "indipendente" che basta completamente a sè

stessa al  punto  da scegliere  un' altra donna come compagna, come nell' opera dedicata

a Saffo.

 

   

"Ho  cominciato  a dipingere  delle  donne  e continuerò a dipingere delle donne, niente

altro che delle donne. Questo  corrisponde, se voglio  parlare solo di pittura, al fatto  che

la donna è il soggetto perfetto.  Nell'arte del mondo intero, c'è sempre la donna, l'uomo

è sempre in secondo piano. E non potrei concepire altro".

( Massimo Campigli )

 

Tre donne

Le educande 

 

L'amicizia 

 

La pittura di Campigli  è sempre  stata una ricerca di rigore e di simmetria, di armonia e

di equilibrio,ma anche di una quiete interiore  che traspare dai suoi dipinti attraverso la

purezza  del  segno   velato  talvolta  da  una  garbata  ironia. "Vorrei  che  le  mie  tele

offrissero una consolazione  "sosteneva   infatti  Massimo   Campigli "…che   il  quadro

arrivasse ad una perfezione formale che appagasse sensi e spirito tanto da poterci vivere

assieme pacificamente…vorrei che con i miei quadri si potesse convivere in pace come con

un lento pendolo silenzioso - ".

(Parole dell'artista)

 

 

 

 

Alffascinato dall'arte etrusca, Massimo Campigli, modifica  il suo  modo di  dipingere,

avvicinando  la   sua   tecnica  all'affresco,  utilizzando  pochi  colori  ed  iniziando  a 

geometrizzare figure di oggetti. 

   

 
"L’influenza che subii più a lungo fu quella  dell’arte  etrusca che nel 1928 diede una svolta

alla mia pittura. Si  intende  che  conoscevo  come ogni altro   l’arte etrusca. Ma  al  Museo

Archeologico di   Firenze  tutta  la mia  attenzione  era andata sino  allora  agli  egizi  e  per

un’arte che non fosse precisa e geometrica  non avevo  occhi. Solo  nel  1928, in  una  visita

a Roma  al  Museo di Villa Giulia, mi trovai pronto a  ricevere  in  pieno il "coup de foudre".

Tale  e  quale  come  si  può  incontrare  ripetutamente una  donna che  siamo destinati ad

amare, e risentire  il  "coup de foudre"  solo  nel momento che  era “scritto” come  dicono i

musulmani. […]"

(Da Scrupoli, Venezia, 1955)

 

 

 

Negli anni '30 Massimo Campigli continua a produrre ed a esporre nelle maggiori città del

mondo.

Nel 1936 sposa, in seconde nozze, la  scultrice Giuditta Scalini e, ormai conosciuto e stimato

dipinge una serie di ritratti per dei collezionisti americani.

 

 

Massimo Campigli Ritratto di Donna

 

L'attenzione del Pittore per l'affresco lo portano   ad accettare  l'incarico di affrescare una

parete all'Esposizione Universale, al Palazzo di Giustizia di Milano e per più di cinque mesi,

aiutato dalla moglie, lavora anche ad un affresco di trecento metri quadrati nell'l'atrio del

"Liviano" all'Università  di Padova.

 

 

Bozzetto dell'atrio del Palazzo Liviano, Padova 

       



  Realizzazione dell'Opera

 

 

 

 

 

 

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  • mondodiverso
  •  
 
--- La pittura è una poesia che si vede e non si sente, 
e la poesia è una pittura che si sente e non si vede.
(Leonardo da Vinci)
  • --- La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede. (Leonardo da Vinci)

                                                                    

 

 Sul mio cuore, poesia, cammina lentamente,
lenta come l’erica delle paludi,
come un uccello plana sul ghiaccio notturno.
Se frangi la crosta di questa mia pena
Potresti annegare, poesia.


Olav H. Hauge  
 
 
 
                                           5Gd_q2Uv210---Copia.jpg                                 
   
    
 Questa strada ha un cuore.
Per me c'è solo un viaggio
su strade che hanno un cuore.
Là io voglio andare
è l' unica sfida che valga la pena.
     
   

 

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