EMILY DICKINSON
LA POETESSA VESTITA DI BIANCO
1830-1886
Eterea, abito bianco in segno di candore, capelli raccolti, passo leggero, modi aristocratici e maniacale alla poesia. Emily Dickinson, non si vedeva bella, né si sentiva docile e non provava un sincero sentimento religioso. Amava la natura ed era ossessionata dalla morte. Tutto ciò le provocava un senso di inadeguatezza. Ecco perché si allontanò e restrinse la sua vita alle pareti della sua stanza e del suo cuore! Dal profondo del cuore Emily però non smise di amare, né di sperare di incontrare un giorno un’anima simile alla sua. Le furono attribuiti molti innamoramenti durante la sua breve vita, ma l’amore veniva vissuto dalla Dickinson come un ideale, che non si concretizzò mai in una relazione. Emily si innamorava e viveva di desiderio, di sogni e di speranze. Viveva i suoi amori in modo passionale e perfetto, proprio perché non venivano in nessun modo intaccati dalla realtà, con la quale sapeva bene di non poter scendere a compromessi. Amori tutelati dall’impossibilità, come quello per il reverendo Wadsworth, a cui sembra abbia dedicato i suoi versi più belli, ma che incontrò solo due volte.
O frenetiche notti!
Se fossi accanto a te,
Queste notti frenetiche sarebbero
La nostra estasi!
Futili i venti
A un cuore in porto:
Ha riposto la bussola,
Ha riposto la carta.
Vogare nell’Eden!
Ah, il mare!
Se potessi ancorarmi
Stanotte in te!
Emily Dickinson continua ad essere una delle poetesse più talentuose ed ermetiche di tutti i tempi, fra le poche in grado di "possedere l'Arte dentro l'Anima".