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18 marzo 2021 4 18 /03 /marzo /2021 13:44

 

 

"Il momento in cui si fa luce, quello è Dio.

             Il momento porta con sé la redenzione".

 

 

 

 

 

Grande Inno ad Aton del faraone Akhenaton

 

(XIV secolo a.C.)

 

 

Bello è il tuo rifulgere all'orizzonte,

o Aton vivente, principio della vita!

Quando sorgi all'orizzonte orientale,

colmi ogni terra della tua bellezza.

Sei luminoso e grande e splendente,

e sei alto sopra ogni terra.

I tuoi raggi avvolgono le terre,

fin dove si estende tutto già che hai creato.

Tu sei Ra, e arrivi fino ai loro confini,

e domini su tutti tramite il tuo diletto figlio.

Tu sei distante, eppure i tuoi raggi sono sulla terra;

tu sei davanti alla loro faccia, eppure non si conosce il loro cammino!

Quando cali all'orizzonte occidentale,

la terra piomba nell'oscurità, come se fosse morta.

Essi dormono nella loro camera, le teste imbacuccate,

e nessun occhio vede l'altro.

Benchè siano state portate loro via tutte le cose di sotto la testa,

non se ne sono accorti.

Ogni leone esce dalla sua tana,

e tutti i serpenti che mordono.

Fuori c'è la tenebra e la terra tace

perché colui che la creò posa nel suo orizzonte.

Quando la terra schiarisce e tu ti levi all'orizzonte,

e brilli come l'Aton del giorno,

Quando disperdi l'oscurità e mostri i tuoi raggi,

i Due Paesi sono in festa,

Tutti sono svegli e in piedi,

perché tu li hai fatti alzare.

Si lavano il corpo e indossano i loro abiti,

e le loro mani lodano il tuo sorgere.

L'intero paese si accirnge al lavoro!

 

Tutte le bestie sono contente nei loro pascoli,

e gli alberi e le erbe verdeggiano.

Gli uccelli volano via dei loro nidi,

e le loro ali lodano la tua Essenza Divina.

Tutte le fiere selvaggie si destano,

e tutto ciò che vola e si posa.

Tutti vivono quando esci a risplendere per loro!

I battelli vanno su e giù per la corrente,

e ogni via è aperta, da quando ti sei levato.

I pesci del fiume guizzano davanti alla tua faccia,

e i tuoi raggi sono in mezzo al Grande Verde.

 

Tu che poni in essere i figli nelle donne,

e crei il fluido nell'umanità.

Che nutri il figlio nel grembo della madre,

che lo lenisci affinché non pianga,

o nutrice di chi è in grembo!

Che da il respiro per tenere in vita

tutto ciò che ha creato;

quando il piccolo esce dal grembo il giorno della nascita,

tu gli apri la bocca alla parola, e gli dai tutto ciò di cui ha bisogno.

Il pulcino nell'uovo cinguetta nel guscio,

perché là dentro gli dai il respiro per tenerlo in vita.

Lo porti a completezza nell'uovo affinché lo rompa;

e quando è completo esce dall'uovo,

e si muove sulle sue zampe quando ne esce.

 

Come sono varie le creature da te create,

nascoste agli occhi dell'uomo!

O dio unico, che non hai secondi a se stesso!

Hai creato la terra a tuo piacimento,

mentre eri da solo,

con gli uomini, il bestiame e le fiere selvagge,

tutto quello che vive sulla terra e si muove sui propri piedi,

e tutto quello che si libra in alto e vola con le proprie ali.

 

Le terre di Siria e di Kush,

e la terra d'Egitto,

tu poni ogni uomo al suo posto,

e provvedi ai bisogni di ciascuno.

Ognuno ha provviste

e la durata della sua vita è calcolata:

Parlano lingue diverse,

e hanno forme altrettando diverse;

le loro pelli sono differenziate,

perché tu distingui i popoli dei paesi stranieri.

 

Tu crei il Nilo nell'Altro Mondo,

e lo porti dove vuoi,

Per sostenere il popolo,

proprio come hai creato gli uomini.

Perchè tu sei il signore di tutti quanti,

che ti affatichi per loro,

il signore di ogni terra, colui che sorge per loro,

o Aton del giorno, grande di maestà!

In tutti i bizzarri paesi stranieri,

tu crei ciò di cui gli uomini vivono.

Hai posto un Nilo nel cielo,

affinché potesse scendere per loro,

e crei onde sulle colline come sul mare,

per irrigare i campi nelle loro circoscrizioni.

Come sono eccellenti i tuoi piani, o Signore dell'Eternità!

crei il Nilo in cielo per i popoli stranieri,

e per tutte le bestie del deserto che camminano su zampe;

Il Nilo sulla terra

fluisce dall'Altro Mondo verso il Paese Diletto.

 

I tuoi raggi nutrono ogni campo,

e quando appari splendente

essi vivono e fioriscono per te.

Tu crei le stagioni

per far si che tutto ciò che hai creato continui:

l'inverso per rinfrescarlo,

e il calore perché possa impregnarsi del tuo sapore.

Tu hai creato il cielo lontano in cui risplendere,

per poter guardare tutto ciò che hai fatto.

Tu sei solo, mentre brilli nelle tue forme come Aton vivente,

che appare, splende, scompare, ritorna,

tu crei milioni di forme tutto da solo!

Città, circoscrizioni, campi, strada e fiume,

tutti gli occhi ti guardano contro di essi,

O Aton del giorno sopra la terra!

 

Sei nel mio cuore,

e non c'è nessuno che ti conosca salvo tuo figlio,

Nefer-Khepru-Ra Wa-en-Ra,

che hai reso capace di comprendere i tuoi piani e la tua potenza.

La terra venne in essere per opera tua,

proprio come hai creato loro.

Quando sorgi essi vivono,

e quando tramonti essi muoiono.

Ma tu hai l'eternità nelle membra,

e tutte le creature vivono in te.

Gli occhi contemplano la tua bellezza finché tramonti;

ogni lavoro è accantonato quando tramonti a Occidente.

Quando sorgi fai fiorire ogni cosa per il Re,

tu creasti le fondamenta della terra.

Tu li fai crescere per tuo figlio,

colui che uscì dal tuo corpo.

 

 

 

 

Bassorilievo proveniente da Amarna raffigurante il faraone Akhenaton e la sua grande sposa Nefertiti circondati dai figli sotto la protezione del disco solare Aton.
 
 
 

Il grande Inno all'Aton  è una bellissima invocazione al dio e una delle più belle composizioni che ci abbia fornito la letteratura egiziana.

Akhetaton venne abbandonata dopo la morte del sovrano, fu lasciata a se stessa e, ricoperta dalle sabbie, venne finalmente riportata alla luce soltanto molti secoli dopo grazie agli scavi francesi, tedeschi e inglesi.

 

 

 

Amarna (comunemente, ma meno correttamente noto come Tell el-Amarna) è il nome moderno della località ove sorgeva Akhetaton, la città egizia fondata dal faraone Akhenaton come capitale delle Due Terre, abbandonando così sia la capitale amministrativa, Menfi, che quella religiosa, Tebe. 

 

 

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  • mondodiverso
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--- La pittura è una poesia che si vede e non si sente, 
e la poesia è una pittura che si sente e non si vede.
(Leonardo da Vinci)
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 Sul mio cuore, poesia, cammina lentamente,
lenta come l’erica delle paludi,
come un uccello plana sul ghiaccio notturno.
Se frangi la crosta di questa mia pena
Potresti annegare, poesia.


Olav H. Hauge  
 
 
 
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 Questa strada ha un cuore.
Per me c'è solo un viaggio
su strade che hanno un cuore.
Là io voglio andare
è l' unica sfida che valga la pena.
     
   

 

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