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18 maggio 2012 5 18 /05 /maggio /2012 21:25

 

 

SCRITTORI DEL NOVECENTO

 

CESARE ZAVATTINI
 

 

 

Un intruso in casa di Stefano C.

 Ces attini

 

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Un uomo  dice  di essere il "tempo" ma non è creduto. Succede  qualcosa che dà

carattere di verisimiglianza a questa invenzione "surrealista" di Zavattini, in  cui

vengono messe in discussione cose che sembrano ovvie e scontate.

 

Stefano C. stava  leggendo il giornale in sala da pranzo quando apparve la donna

di servizio.

"C'è un signore che vi cerca" disse.

"Avanti"

Entrò un uomo sui quarant' anni, un tipo di impiegato con i capelli rossastri e le

spalle gracili.

"Desiderate? "

"Sono il tempo".

Stefano C. allungò la testa " Come? "

"Il tempo , ho detto il tempo".

Stefano C. s'irritò "Il tempo, cioè?"

L'individuo riprese con una certa calma

"Il tempo tempo. Se avessi detto il calderaio avreste  capito che ero il calderaio,

vi pare? "

 

Entrarono nella camera la moglie e la figlia di Stefano C., si erano fermate vicino

alla soglia.

"Siamo brevi:  confessate di  non credere  che sono  il tempo. Mi  giudicate solo

uno sciocco o un demente".

 "No, non mi permetto di giudicarvi, ma deve esserci un equivoco fra di noi".

"Tutto sta nel concetto comune che voi avete di me. Escludete che il tempo

possa essere un uomo sui quarant'anni, vestito come voi..."

La moglie di Stefano C. intervenne

"Scusate, è tardi, noi dobbiamo ritirarci"

"Me ne vado, signora. Ho già fatto la prova altrove, nessuno ci crede.

Avessero almeno il sospetto. Siate franchi, neanche il sospetto avete, sia pure

lontano, che io possa essere il tempo?"

"Egregio amico" disse Stefano C. scuotendosi per far capire che era alla fine

della sua calma.

"Se ve lo dimostro, so che credete. Ma io speravo di vedere la meraviglia del

vostro volto all'annuncio, ero venuto soltanto per questo".

Fece per uscire poi si voltò indispettito e alzando la voce di parola in parola

"Secondo voi ho la tunica o chissà che forma ho... Guardateli che faccia"

Si fermò un attimo a fissare i tre, gli lucevano gli occhi per il disprezzo e l'ira.

"Toh" disse facendo un gesto in aria deciso improvvisamente.

Stefano C. e  i suoi diventarono più vecchi di quattro o cinque anni, si udì

cadere un dente.

"Ora mi credete" disse desolato. E lungo le scale continuò a borbottare e a

imprecare.

 

 

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  • mondodiverso
  •  
 
--- La pittura è una poesia che si vede e non si sente, 
e la poesia è una pittura che si sente e non si vede.
(Leonardo da Vinci)
  • --- La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede. (Leonardo da Vinci)

                                                                    

 

 Sul mio cuore, poesia, cammina lentamente,
lenta come l’erica delle paludi,
come un uccello plana sul ghiaccio notturno.
Se frangi la crosta di questa mia pena
Potresti annegare, poesia.


Olav H. Hauge  
 
 
 
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 Questa strada ha un cuore.
Per me c'è solo un viaggio
su strade che hanno un cuore.
Là io voglio andare
è l' unica sfida che valga la pena.
     
   

 

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