Venezia attraverso l'occhio del cuore
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La pittura del grande vedutista
Francesco Guardi
(1712 - 1793)
Francesco Guardi. Veduta del Ponte di Rialto, 1770 - 1771.
Penna e inchiostro bruno acquerellati su tracce di matita nera
Figlio e fratello di pittori, Francesco Guardi si forma in ambiente veneziano,
attingendo però all'esperienza del Tiepolo piuttosto che a quella, più tecnica, del
Canaletto, infatti, usa la camera ottica con più moderazione e le sue prospettive
tornano ad essere interpretate più che descritte. I contorni delle architetture, ad
esempio, perdono la nitidezza del disegno canalettiano e le sue macchiette
assumono talvolta anche caratteri caricaturali. Anche l'uso dei colori cambia
radicalmente e l'atmosfera che ne deriva è quella di una Venezia idealizzata e
pittoresca, la cui realtà viene trasfigurata sul piano del sentimento e della
fantasia. Questo significa, che gli spazi della città non vengono pià descritti con
le loro proporzioni reali, frutto di un'osservazione scientifica e razionale, ma
finiscono per essere dilatati o ristretti in relazione alle sensazioni che l'artista vuole
esprimerci.
Francesco Guardi, Molo con la libreria, verso la Salute. 1770 - 1780
Olio su tela, Venezia, Galleria Giorgio Franchetti alla Ca' d'Oro
Canaletto, Molo con la Libreria
e la Chiesa della Salute.
Olio su tela,
Milano, Pinacoteca del Castello Sforzesco
Molo con la Libreria, verso la Salute
Dal punto di vista tecnico, il Guardi dimostra una straordinaria padronanza del
pennello. Il suo tocco rapido e suggestivo, infatti, si ricollega alla grande tradizione
del tonalismo veneto cinquecentesco. In questo modo, con poche e ben studiate
pennellate di giallo puro o di bianco, egli riesce ad "accendere" le sue vedute con i
mille riflessi del mare ed animare le calli e i campielli di macchiette intente alle loro
semplici occupazioni quotidiane.
La veduta del Molo con la Libreria, verso la Salute ne rappresenta un
significativo esempio. Il dipinto, presenta lo stesso soggetto e lo stesso puntodi
vista di uno eseguito qualche decennio prima anche da Canaletto.
La tela del Guardi, realizzata tra il 1770 e il 1780, ricalca quella dell'altro maestro
in modo così meticoloso da far pensare a una copia vera e propria o, comunque
alla perfetta conoscenza del lavoro canalettiano.
La prospettiva del Guardi, appare più indefinita e scenografica. La Basilica della
salute, infatti,e ancora più n lontananza, la cupola e il campanile della Chiesa del
Redentore sembrano quasi perdersi fra le nebbie dell'orizzonte. L'effetto che ne
deriva è quello di una luce vibrante e di uno spazio più profondo e suggestivo
di quello, chiaro e razionale, di Canaletto.Anche i mercanti,che posizionano i propri
banchi a fianco della Zecca e della Libreria Sansoviniana come pure tutti gli altri
personaggi rappresentati, il Guardi si limita a suggerirli, diversamente da
Canaletto che, li raffigura quasi con scientifica meticolosità.
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Francesco Guardi, Laguna vista da Murano
Olio su tela, Collezione Mounbatten of Burma
Laguna vista da Murano
Nella Laguna vista da Murano è una delle ultime opere dell'ormai ottuagenario
artista. Si tratta di una piccola tela (quasi una miniatura) che rappresenta alcune
case che si affacciano su una piazzetta assolata in riva al mare, sul cui lastricato si
proiettano le lunghe ombre di altre case, sulla sinistra, che restano comunque al di
fuori della scena. In lontananza si estende il dolce paesaggio lagunare,dove il nostro
sguardo spazia fino alle alture azzurrognole della terraferma. Due figurette
femminili, sulla destra, si affaccendano alla tinozza del bucato; due signori
discorrono tranquillamente presso la riva, mentre altre macchiette popolano
le varie imbarcazioni che solcano le acque.Francesco Guardi coglie un suggestivo
squarcio di vita quotidiana nella luce vibrante del tramonto dorato, lontano dagli
splendori delle architetture patrizie cittadine. Ne deriva, anche in questo caso,
un'atmosfera di magico incantamento, frutto di una sensibilità artistica
estremamente personale, per certi versi precorritrice di quella capricciosa fantasia
che, nei primi decenni del secolo successivo, caratterizzerà la cultura e la sensibilità
romantiche.