Tutto sommato, era soddisfatta del proprio aspetto e rassegnata all'inevitabile devastazione degli anni. Il suo corpo invecchiava, ma sopravviveva intatta in lei l'adolescente che era stata e faceva fatica a immaginarsi anziana.
Prendete la penna e cominciate a scrivere, e smettetela di piagnucolare. Prendete il pennello e, tanto per cambiare, siate buone con voi stesse: mettetevi a dipingere. Ballerine, infilate un’ampia veste, legatevi i nastri nei capelli, alla vita o alle caviglie e dite al corpo di muoversi: danzate. Attrici, scrittrici, poetesse, musiciste: bando alle ciance. Non pronunciate neanche una parola a meno che non siate cantanti. Chiudetevi in una stanza o in una radura sotto il cielo. E dedicatevi alla vostra arte.
Accendi la mente e libera le tue emozioni.
Clarissa Pinkola Estés, incita tutte le donne a dare voce alle proprie passioni e creatività, a vivere la vita pienamente fino in fondo e a usare tutto il coraggio per scavarsi un passaggio che le conduca ad aprirsi totalmente alla loro potenza creativa. Con l'augurio che la natura delle donne, soffocata da paure, insicurezze e stereotipi, possa essere recuperata dai lunghi secoli di oppressione.
“Può darsi che il paradiso sia null’altro che un sorriso atteso per lungo tempo,
e labbra che bisbigliano il nostro nome.”
HO VEDUTO SOLO UNA VOLTA
Jaroslav Seifert
Ho veduto solo una volta un sole così insanguinato. E poi mai più. Scendeva funesto all’orizzonte e sembrava che qualcuno avesse sfondato la porta dell’inferno. Ho domandato alla spècola e ora so il perché.
L’inferno lo conosciamo, è dappertutto e cammina su due gambe. Ma il paradiso? Può darsi che il paradiso non sia null’altro che un sorriso atteso per lungo tempo, e labbra che bisbigliano il nostro nome. E poi quel breve vertiginoso momento quando ci è concesso di dimenticare velocemente quell’inferno.
Senz'addii m'hai lasciato e senza pianti; devo di ciò accorarmi? Tu non piangevi perchè avevi tanti, tanti baci da darmi. Durano sì certe amorose intese quanto una vita e più. Io so un amore che ha durato un mese, e vero amore fu.
Aver casa è bello dolce il sonno sotto il proprio tetto, figli, giardino e cane. Ma ahimè, appena ti sei riposato dall’ultimo viaggio, già con nuove lusinghe il mondo lontano t’insegue. Meglio è patire nostalgia di casa e sotto l’alto cielo essere, col proprio struggimento soli. Avere e riposare può soltanto l’uomo dal cuore tranquillo, mentre il viandante sopporta stenti e pene con sempre delusa speranza più facile è l’ampliamento di un viaggio più facile che trovar pace nella valle natia, dove tra gioie e le cure ben note solo il viaggio sa costruirsi la via. Per me è meglio cercare e mai trovare che legarmi stretto a quanto mi è vicino, perchè in questa terra, anche nel bene, sarò sempre un ospite e mai un cittadino.
La tua busta con i due francobolli gialli e rossi ho piantato in un vaso di fiori Voglio innaffiarlo ogni giorno voglio che germoglino le tue lettere
Belle e tristi lettere lettere che di te hanno l’odore Avrei dovuto farlo prima non ora che l’anno si è inoltrato.
Erich Fried, in questi versi semplici e chiari, ci sprona, senza essere invadente, a combattere contro la grigia apatia dei sentimenti. Il poeta paragona l'amore a una pianta in un vaso di fiori che ha bisogno di acqua, di sostanze nutrienti e di luce per svilupparsi. Se non riceve la giusta attenzione, la pianta si seccherà, le foglie cadranno e morirà.
Quindi, solo l'amore ci consentirà di far crescere la nostra piantina nel modo migliore, prima che sia troppo tardi.
--- La pittura è una poesia che si vede e non si sente,
e la poesia è una pittura che si sente e non si vede.
(Leonardo da Vinci)
Sul mio cuore, poesia, cammina lentamente, lenta come l’erica delle paludi, come un uccello plana sul ghiaccio notturno. Se frangi la crosta di questa mia pena Potresti annegare, poesia.