"Vorrei sapere perché mi ha baciato. Non lo so, mormorò… Voleva una risposta, al limite un rifiuto, ma certo non quel nulla. Non può cavarsela così, senza una spiegazione. Ma non c’era niente da dire. Quel bacio era come l’arte moderna."
Perché tu eri solita camminare scalza per le stanze, e poi ti rannicchiavi sul letto, gomitolo di piume, seta e fiamma selvaggia. Incrociavi le mani sulle ginocchia, mettendo in mostra provocante i piedi rosa impolverati. Devi ricordarmi così - dicevi; ricordami così, coi piedi sporchi; coi capelli che mi coprono gli occhi... Dunque, come potrò più avere voce. La Poesia non ha mai camminato così sotto i bianchissimi meli in fiore di nessun Paradiso.
Ordinai un altro giro di drink. Alzò il bicchiere e mi fissò mentre beveva un sorso. Aveva gli occhi blu e quel blu mi entrò nel profondo e lì restò. Ero ipnotizzato. Uscii da me stesso e mi tuffai in quel blu.
O tenerezza umana dove sei? Forse solo nei libri? - Izet Sarajlić
Un tempo quando avevo 16 anni c’era solo qualche scrittore a darmi speranza e conforto.
a mio padre non piacevano i libri e a mia madre neppure (perchè non piacevano al babbo) specie i libri che prendevo io in biblioteca: D.H. Lawrence Dostoevskij Turgenev Gorkij A. Huxley Sinclair Lewis e altri.
avevo la mia camera da letto ma alle 8 di sera bisognava filare tutti a nanna: “il mattino ha l’oro in bocca,” diceva mio padre.
poi gridava: “LUCI SPENTE!”.
allora mettevo la lampada sotto le coperte e continuavo a leggere sotto la luce calda e nascosta: Ibsen Shakespeare Cechov Jeffers Thurber Conrad Aiken e altri.
mi offrivano una opportunità e qualche speranza in un posto senza opportunità speranza, sentimento.
me la guadagnavo. faceva caldo sotto le coperte. qualche volta fumavano le lenzuola allora spegnevo la lampada, la tenevo fuori per raffreddarla.
senza quei libri non sono del tutto sicuro di cosa sarei diventato: delirante; parricida; idiota; buonannulla.
quando mio padre gridava “LUCI SPENTE!” son sicuro che lo terrorizzava la parola ben tornita e immortalata
ed essa era lì per me vicina a me sotto le coperte più donna di una donna più uomo di un uomo.
Se non fosse per te… se non fosse per te, che ogni sera mi fai tuo quando il sole declina, quando ogni cosa è così bella perché è triste, e affondi ancor più le mie radici di uomo nella terra… di uomo immensamente solo di fronte al ponente nel quale Dio fugge. Che sarebbe di tutto? Che sarebbe di noi? Mai, mai avremmo visto il segreto mistero delle cose.
Oh, tu, tristezza, madre di tutta la bellezza che ha creato l’uomo nel dolore che dà la tua mano con il suo dolce castigo… Non ti allontanare da me, vieni ogni giorno a farmi triste, a farmi uomo, figlio tuo… Fammi visita.
Con coda ondeggiante e criniera al vento, le froge selvagge mai contratte dal dolore, e bocche non insanguinate da morso o redine, e piedi che il ferro mai calzò, e i fianchi intatti da sprone o frusta, un migliaio di cavalli, selvaggi, liberi, come onde che si inseguono nel mare, giunsero fitti tuonando.
Lord Byron
Gli zoccoli dei cavalli! Oh! Ingannevole e dolce è la musica che la terra ruba dallo zoccolo ferrato, nessun sussurro di innamorato, nessun trillo di uccello può eccitarmi così tanto come mi eccitano gli zoccoli dei cavalli.
Soltanto chi è capace di sentire l’anima, di meravigliarsi, può essere poeta.
L’ANIMA
Dimmi, geranio del giardino Sai dove se n’è andata l’anima? Il corpo assente e le mie mani non riescono a ricamare i suoi ricordi Non so dove tu sia, anima mia spero solo che tu vada di buon passo Non parlare con l’usignolo perderesti il volo nell’ombra Non è ancora tempo di incontrare l’albero dell’inizio.
Ripensavo la gioia, il tuo alimento, ti guardavo i capelli, il viso chiuso e intento sul giornale dove ho finto anch’io di leggere, rimanendo escluso a te seduto accanto sul tuo filobus.
Ho le prove – potrei gridarlo ai giudici – che non mi hai visto porterò le prove fino che campo, che la capacità del mio pensiero nemmeno con la forza dello sguardo di un estraneo passeggero sopra il filobus sa arrivare a sfiorarti.
--- La pittura è una poesia che si vede e non si sente,
e la poesia è una pittura che si sente e non si vede.
(Leonardo da Vinci)
Sul mio cuore, poesia, cammina lentamente, lenta come l’erica delle paludi, come un uccello plana sul ghiaccio notturno. Se frangi la crosta di questa mia pena Potresti annegare, poesia.