Oh, quando il fuoco del mio spirito andrà a scemare,
Lasciami l’oscurità e la quiete,
Io sarò stanca e felice di andare.
ASTRI SELVATICI
Sara Teasdale
Chiesi alle margherite in primavera se fosse sincero il mio amore. Le brave margherite alla preghiera rispondevano sempre, senza errore. Ora su campi spogli ed incolori spira l’autunno ingrato e nessuno di questi ottusi fiori sa dirmi qualche cosa del mio amato.
1. Oscar è solo uno dei quattro nomi dello scrittore. All’anagrafe è registrato Oscar Fingal O’Flahertie Wills Wilde.
2. Oscar Wilde ha imparato molte lingue: francese, tedesco, greco e italiano.
3. La madre di Wilde si chiamava Jane ed era una poetessa di successo in Irlanda con il nome d’arte di Speranza.
4. Il figlio di Wilde, Cyril, ha cambiato cognome dopo che il padre è stato condannato.
5. Wilde è andato in tour negli Stati Uniti nel 1882, come una rock star. Teneva discorsi su moltissimi argomenti come il Rinascimento inglese e l’arte contemporanea.
7. Wilde si fece battezzare poco prima di morire per meningite a Parigi.
8. O se ne va quella carta da parati o me ne vado io! È la frase che Oscar Wilde avrebbe pronunciato prima di morire nello squallido hotel di Parigi dove alloggiava.
9. Oscar Wilde era un sostenitore del socialismo.
10. La sua tomba è opera di Sir Jacob Epstein.
Oscar Wilde,genio della letteratura e dell’arte, nacque a Dublino nel 1854, suo padre William era un rinomato chirurgo e uno scrittore versatile; sua madre Jane Francesca Elgée, una poetessa e un’accesa nazionalista irlandese.
Per i primi 9 anni della sua vita fu educato tra le mura domestiche per poi iniziare i suoi studi nei quali fu subito chiaro che il ragazzo era particolarmente attratto dai lirici greci vincendo diversi premi.
Durante i suoi studi conobbeWalter Pater di cui divenne un discepolo, la sua teoria Arte per Amore dell’Arte influenzò profondamente la sua vita e le sue opere. Da Pater apprese un nuovo stile di vita basato sull’estetismo.
Cominciò a vestire in modo stravagante e passeggiava spesso con un giglio o un girasole fra le mani. Questo suo esibizionismo lo fece notare dall’alta società londinese perché la gente era completamente affascinata dalle sue argute affermazioni.
Wilde viaggiò molto, ammirò l’Italia con lo stesso stupore ed entusiasmo che un qualsiasi turista curioso mostrerebbe nel visitare luoghi nuovi. Indubbiamente, però, l’esteta espresse le sue sensazioni e i suoi pareri attraverso un sentire tutto raffinato e poetico. Quindi, leggendo le sue lettere sarà possibile riscoprire la penisola attraverso occhi nuovi, quelli di uno dei poeti più illustri dell’ ‘800.
Due strade a un bivio in un bosco ingiallito,
Peccato non percorrerle entrambe,
Ma un solo viaggiatore non può farlo,
Guardai dunque una di esse indeciso,
Finché non si nascose al mio sguardo;
E presi l’altra, era buona anch’essa, Anzi forse con qualche ragione in più, Perché era erbosa e quindi più verde, Benché il passaggio suppergiù Le avesse segnate ugualmente,
E ambedue quella mattina eran distese Nelle foglie che nessun passo aveva marcato. Oh, prenderò la prima un’altra volta! Ma pur sapendo che strada porta a strada, Non credevo che sarei mai ritornato.
Dirò questo con un lungo sospiro Chissà dove e fra tanti anni a venire: Due strade a un bivio in un bosco, ed io – Presi quella meno frequentata, E da ciò tutta la differenza è nata.
«Non muoverti, resta dove sei…. Non riesco a stare ferma. Ti sei gettato sulla tela che vibra sotto la tua mano. Intingi i pennelli. Il rosso, il blu, il bianco, il nero schizzano. Mi trascini nei fiotti di colore. Di colpo mi stacchi da terra, mentre tu prendi lo slancio con un piede, come se ti sentissi troppo stretto in questa piccola stanza. Ti innalzi, ti stiri, voli fino al soffitto. La tua testa si rovescia all’indietro e fai girare la mia. Mi sfiori l’orecchio e mormori…»
«Mio Dio, è così difficile estrarre dai ricordi inariditi un frammento di vita! E come lo si può fare se questi scarni ricordi si estinguono e finiscono con me? Vorrei salvarli. E mi sono ricordata che tu, amico mio devoto, spesso mi chiedevi di raccontarti la mia vita, del tempo in cui ancora non mi conoscevi».
Queste le parole cheBella Rosenfeld, amatissima moglie di Chagall,scrisse ricordando uno dei tanti momenti in compagnia dell’uomo che sconvolgerà e stravolgerà la sua vita. Lui solo è stato capace di colmarle il cuore d’amore e di accompagnarla, come in una “passeggiata”, negli anni più belli della sua esistenza.
Il tuo nome è una rondine nella mano, il tuo nome è un ghiacciolo sulla lingua. Un solo unico movimento delle labbra. Il tuo nome sono cinque lettere. Una pallina afferrata al volo, un sonaglio d’argento nella bocca.
Un sasso gettato in un quieto stagno singhiozza come il tuo nome suona. Nel leggero schiocco degli zoccoli notturni il tuo nome rumoroso rimbomba. E ce lo nomina lo scatto sonoro del grilletto contro la tempia.
Il tuo nome - ah, non si può! - il tuo nome è un bacio sugli occhi, sul tenero freddo delle palpebre immobili. Il tuo nome è un bacio dato alla neve. Un sorso di fonte, gelato, turchino. Con il tuo nome il sonno è profondo.
Sulla riva del mare silente Si è levata la notte, e la luna Si fa largo attraverso le nubi, E si sente sussurrare i flutti:
Quell'uomo, laggiù, certo è un pazzo, O deve essere innamorato, Perché ha l'aria avvilita e contenta, È contento ed è insieme avvilito?
E la luna guardandolo ride, E con limpida voce dichiara: Quello è innamorato ed è pazzo, E per giunta è anche un poeta.
Heinrich Heine(1797-1856), voce dell’ultimo romanticismo tedesco.
“Come dice la gente, in questo mondo bello non ho combinato niente. Non sono stato niente, nient’altro che un poeta. No, non voglio sminuire questo titolo abbandonandomi a un’ipocrita umiltà. Si è molto, quando si è un poeta, e ancor più quando si è un grande poeta in Germania, presso il popolo che ha superato tutte le altre nazioni in due cose: la filosofia e il canto“.
--- La pittura è una poesia che si vede e non si sente,
e la poesia è una pittura che si sente e non si vede.
(Leonardo da Vinci)
Sul mio cuore, poesia, cammina lentamente, lenta come l’erica delle paludi, come un uccello plana sul ghiaccio notturno. Se frangi la crosta di questa mia pena Potresti annegare, poesia.