ARTE CONTEMPORANEA
Damien Hirst
Principale esponente della Youn British Art, e artista che è uscito dai confini del mondo dell'arte per diventare un vero e proprio fenomeno mediatico, Damien Hirst è nato a Bristol il 7 giugno 1965 e ha studiato al Goldsmiths College di Londra. Con la sua arte Hirst sembra cercare una risposta alle grandi questioni dell'esistenza umana: l'amore, la morte, la vita stessa. Per questo l'artista pone la propria disciplina in continuo scambio con religione e scienza, L'interesse primario di Hirst è il mondo asettico della produzione di medicinali e per quanto gravita attorno all'ambiente medico-farmaceutico. Questo non tanto per motivi di effettiva conoscenza, quanto per l'importanza che negli ultimi cento anni hanno assunto le medicine, i luoghi della loro produzione e quelli della distribuzione, trasformatasi in un certo qul senso nella salvezza del corpo.
For the Love of God. Il tema della vanitas (la caducità dell'esistenza umana) torna nell'opera più clamorosa di Hirst, For the Love of God (Per l'amor di Dio, da un'esclamazione della madre dell'autore), del 2007 . Ispirata da una maschera azteca, è la replica di un teschio umano interamente realizzata con 8601 diamanti, per un totale di 1.106.18 carati. Sulla fronte campeggia il diamante più grande a forma di goccia, che da solo pesa 52,40 carati: i denti sono veri, e provengono dal teschio originale. Il teschio - da sempre simbolo della mortalità umana - viene unito al diamante - il diamante più durevole esistente in natura e simbolo di eternità. In questa aninomia vi è un tentativo estremo di sconfiggere la morte (l'artista si augura che "chiunque lo guardi trovi un pò di speranza e sia sollevato.")
Nei suoi molteplici livelli di lettura, l'opera pone anche una questione riguardo al suo status di oggetto artistico: fin dalla sua comparsa infatti essa ha suscitato un caso, alimentato dall'interesse dei mass-media, a causa del suo inusitato prezzo di vendita (circa 50 milioni di sterline). Tale contiguità simbolica con il tema della morte, del resto, era già presente anche nel ciclopica Hymn (Inno), un busto anatomico alto quasi sei metri, nel quale i colori innaturalmente smaglianti esorcizzano la scabrosità dell'oggetto.
Hymn (Inno), 1999 -2005. Bronzo dipinto