Temeva i suoi occhi. Temeva che il prete sapesse che sotto le stelle mentre il villaggio era ancora nel sonno, il suo giovane amante le aveva sbottonato la veste e riscaldato il sangue.
Temeva i suoi occhi. Temeva che il prete scuotendo il capo dicesse: << Nessuna veste bianca per le nozze>>. E si sarebbero abbassato gli occhi di sua madre. Avrebbero dardeggiato gli occhi di suo padre. E gli occhi del suo amore avrebbero sbottonato la sua veste ancora.
Arancione, oro e verde scintillavano sul mare… l’acqua brillava di fuochi ultraterreni, il silenzio incorniciava quella magica visione, un silenzio che dava agli uomini l’idea d’esser sordi, i sensi rapiti da quello scenario meraviglioso…
Se almeno davanti a un fiore sapessi Comportarti Giustamente, avresti tutto. Perché dal poco, Anche dall’uno talvolta – come nell’amore – Conosciamo il resto…
I suoi occhi sembravano un mattino la cui rugiada è ancora nell’aria.
Camminavo lungo un sentiero coperto d’erba, quando all’improvviso udii una voce alle mie spalle: “guarda, mi riconosci?” Mi volsi e la guardai e le dissi: “non riesco a ricordare il tuo nome”. Lei disse: “sono il primo grande dolore che incontrasti nella tua giovinezza”. I suoi occhi sembravano un mattino la cui rugiada è ancora nell’aria. Rimasi per un poco in silenzio e poi dissi: “hai perduto tutto il tuo grande fardello di lacrime?” Lei sorrise e non disse nulla. Capii che le sue lacrime avevano avuto il tempo di imparare il linguaggio del sorriso. “Una volta” mormorò “dicevi che avresti avuto cara per sempre la tua pena”. Arrossendo risposi: “son passati degli anni ed ho dimenticato”. Poi presi la sua mano nella mia e dissi: “anche tu sei cambiata”. “Quello che un tempo era dolore” disse: “ora è diventato pace…”
...ti amo più della mia stessa vita, e che anche se tu non mi ami allo stesso modo, comunque un po’ mi ami – non è così?..
Amami un poco, io ti adoro. Frida Kahlo
La mia notte ti aspetta. Il mio corpo ti attende. La mia notte vorrebbe che tu riposassi nell’incavo della mia spalla e che io riposassi nell’incavo della tua. La mia notte vorrebbe essere spettatrice del mio e del tuo godimento, vederti e vedermi fremere di piacere. La mia notte vorrebbe vedere i nostri sguardi e avere i nostri sguardi pieni di desiderio. La mia notte vorrebbe tenere fra le mani ogni spasmo. La mia notte diventerebbe dolce. La mia notte si lamenta in silenzio della sua solitudine al ricordo di te. La mia notte è lunga, lunga, lunga. Perde la testa ma non può allontanare la tua immagine da me, non può dissipare il mio desiderio. Sta morendo perché non sei qui e mi uccide.
La mia notte ti cerca continuamente. Il mio corpo non riesce a concepire che qualche strada o una qualsiasi geografia ci separi. Il mio corpo diventa pazzo di dolore di non poter riconoscere nel cuore della notte la tua figura o la tua ombra. Il mio corpo vorrebbe abbracciarti nel sonno. Il mio corpo vorrebbe dormire in piena notte e in quelle tenebre essere risvegliato al tuo abbraccio. La mia notte urla e si strappa i veli, la mia notte si scontra con il proprio silenzio, ma il tuo corpo resta introvabile. Mi manchi tanto, tanto. Le tue parole. Il tuo colore. Fra poco si leverà il sole...
Io vorrei farti dormire, ma come i personaggi delle favole, che dormono per svegliarsi solo il giorno in cui saranno felici. Ma succederà così anche a te. Un giorno tu ti sveglierai e vedrai una bella giornata. Ci sarà il sole, e tutto sarà nuovo, cambiato, limpido. Quello che prima ti sembrava impossibile diventerà semplice, normale. Non ci credi? Io sono sicuro. E presto. Anche domani. Guarda, Natalia, il cielo! È una meraviglia!
--- La pittura è una poesia che si vede e non si sente,
e la poesia è una pittura che si sente e non si vede.
(Leonardo da Vinci)
Sul mio cuore, poesia, cammina lentamente, lenta come l’erica delle paludi, come un uccello plana sul ghiaccio notturno. Se frangi la crosta di questa mia pena Potresti annegare, poesia.