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20 dicembre 2011 2 20 /12 /dicembre /2011 13:46

 

 

 Gino Bonichi / Scipione

  

( 1904 - 1933 )

 

Pittore 

 

 Casino dei Principi

   

  scena apocalittica

 

  Apocalypse

 

Il profeta in vista di Gerusalemme

 

 

Un pittore osserva gli alberi 

 

 

Il pittore  Scipione ( Gino Bonichi )  malato  di  tubercolosi, morì   giovanissimo,

nel  1933. Egli è il  rappresentante  più  importante  della "scuola romana", nono-

stante che la sua  attività  artistica  abbracci pochissimi  anni. Oltre alle poesie e a

pagine di diario raccolte nel 1943, ha lasciato  una traccia profonda  nella cultura

figurativa italiana e non solo. Nel brano "Un pittore osserva gli alberi" sembra che

Scipione voglia distogliere il pensiero da se stesso, dal suo male, per rivolgere tut-

ta la sua attenzione alle cose misteriose della natura.

Il suo occhio di pittore si  fissa sulle forme che mutano a seconda  del gioco delle

luci e delle ombre. Ma delle forme gli interessa soltanto la vitalità, quella che  sta

per abbandonarlo.

 

 

SCIPIONE ARTISTA 

           

                                                                                             

Tutto  sta saldo, attaccato  forte. Tutte queste  piante  vivono, diventano grandi.

I rami crescono a caso nel tronco  eppure  obbediscono a voleri  precisi, perchè

si  allargheranno  così e non di più, tanto per dare  a quell 'albero  la fisionomia 

che  lo  farà  conoscere. Ognuno  ha  un  suo  ritmo come  tutte le  creature  del 

mondo. Bisogna  essere  quel  ritmo, quella   creatura  e  non  diventare un' altra

cosa. C' è una  parte  dell' albero che  non  prenderà  mai  il sole  e in quel posto

crescono i licheni e certe piante di velluto che  ammorbidiscono  la consistenza.

Lo sguardo del sole indurisce.

Credo che i tronchi degli  alberi  sono  rotondi  perchè l' aria  li tocca  da tutte le

parti.

Quando si taglia un albero grande  avviene questo:che il  nutrimento  che veniva

dalla terra  non verrà più  e l' albero  morirà, ma  quello che  era  già in cammino

arriverà  fino alle  più   lontane  foglie,  come  un trenino che  oramai  sia partito.

L' ultimo convoglio  salirà  lungo il tronco  impicciolendosi  fino a perdersi in un

soffio.

Attraverso  tante   mosse   segrete  si  infiltra  fra questi  mondi la primavera, con

finte e ritorni, inganni  che  però  ingannano gli occhi  soltanto. Ricordo: la   sera

del  5  Marzo  con  tempo  cattivo  passarono  un  gruppetto di  uccelli  migratori.

Apparvero  da  dietro  gli alberi  e passarono  dritti. L' occhio li seguì e li avvertì. 

Sbucarono  dalle  cime  degli  alberi, sfiorarono  la linea  dei monti  quasi opachi,

volarono  nello  sfondo  grigio  delle  nubi, si  nascosero  per  un  attimo alla vista

dietro un albero, rapparvero scuri nel cielo.

Erano cinque e disparvero subito.

Il mio cuore  non mi  ingannò; sentii  che era un segno e mi misi a  pensare  molto

a quegli  uccelli. Praticamente  era  ancora  inverno e  tempo  cattivo, e  nemmeno

l' indomani, che cercai fra i  piccoli  alberi  spogli e  toccai i  bastoncelli  dei  loro

rami, sentii alcuna tenerezza. Benchè i rami non avessero le gemme molto visibili,

al tocco si sentirono vivi.

 

 

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16 dicembre 2011 5 16 /12 /dicembre /2011 09:15

    

 

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Oggetto : Scusate comunicazione puramente pratica

 

Giusto per dirti

 

Ho mangiato

le prugne

che stavano

nel frigorifero

e che

probabilmnte

tu

avevi messo da parte

per domani.

 

Chiedo scusa, ma

erano squisite.

Così dolci

e fredde.

 

 

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14 dicembre 2011 3 14 /12 /dicembre /2011 23:07

 

L' ESPERIMENTO TRINITY

 

 

 

 

ESPERIMENTO TRINITY   è il nome in codice dato dai fisici atomici al primo  test nucleare al plutonio

avvenuto nel 1945 nel  deserto di  Jornada del Muerto, non  lontano  dalla città di  Socorro ( Nuovo

Messico ). La bomba al plutonio ( Little boy ) era dello stesso tipo di quella utilizzata dagli statunitensi

per distruggere, il 9 agosto 1945, la  città  giapponese  Nagasaki, la  bomba  che distrusse Hiroshima  

era invece all' uranio, il 6 agosto 1945.

Nella  biografia di Enrico Fermi, il fisico Emilio Segrè, allievo, amico e  compagno  di  lavoro del grande

scienziato, ricorda i momenti  indimenticabili  nella descrizione dei  preparativi, e quindi all' evento del

giorno tanto atteso. 

Nello scritto si  avverte  l'ansia dello scienziato che attende dall' esperimento  la conferma di lunghi e 

lunghi  anni di studi.

Ma in  questo caso la  scoperta  scientifica si lega  in  modo drammatico a questioni politiche e morali.

Siamo infatti, negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale.All' utilizzazione della grandiosa scoperta

miravano già dal 1942 lo stato maggiore americano e gli organismi politici: i fisici atomici non poterono

rifiutare la loro collaborazione.

Tramontato il pericolo  tedesco, politici e militari  suggerirono di utilizzare la bomba  atomica contro il

Giappone che persisteva nella guerra.

 

 

250px-Nagasakibomb-1-.jpg

  Il fungo atomico, causato da "Fat Man" su Nagasaki

raggiunse i 18 km di altezza

 

" Il bersaglio è scelto.  L'aereo sorvola la zona a 10.500 metri di altezza e alle 8.15'17'' la

bomba viene sganciata.

Il  pilota  scende  in   picchiata,  guadagna velocità, vira  di 180 gradi e si allontana.  Ha 45

secondi di tempo.

L'equipaggio conta  sottovoce "44, 43, 42 ,41.." Un lampo abbaglia il cielo ... "Cosa abbiamo

fatto? "

A  600  metri  dal  suolo  la  bomba  esplode, dopo 70  secondi il silenzio  è rotto  da un tuono

assordante : vengono  distrutti  tutti gli edifici  nel  raggio  di 3 km. , 30.000  persone  muoiono 

sul colpo e altre 40.000  nel giro  dei due  giorni  seguenti.  

Una colonna di fumo si alza lentamente a forma di fungo fino a 18.000 metri dal suolo,inizia a

cadere  una  pioggia  viscida.  I  fiumi  straripano  ed  invadono  ciò  che  rimane  della   città

giapponese di Hiroshima.

Alle 14,58  locali  il B-29, con il suo pilota Tibbets a bordo,  atterra a Tianin lasciando dietro

di sè in modo indelebile la  storia  mondiale, un' impronta che rimarrà per sempre."

 

    

Hiroshima, esplode la prima bomba  

 

 

 

ENRICO FERMI

 

EMILIO SEGRE'

 

 

Le ricerche di Fermi e dei suoi  collaboratori  hanno aperto la strada, al di là delle loro intenzioni  che

erano  puramente   scientifiche, alla progettazione, alla fabbricazione e all'uso della bomba atomica.

Perciò  queste ricerche e quelle che  seguirono  uscirono  dal  campo della  scienza e  posero  gravi

problemi politici, destarono e continuano a destare serie preoccupazioni morali.

 

 

 

 

 

 

Emilio Segrè, grande fisico italiano. 

Premio Nobel per la fisica, 1959

  ( 1909 - 1989 )

 

 

 

 

 

Los Alamos

 

Da Emilio Segrè 

 

Il 14 luglio tutto era  finalmente pronto  per l'esperimento Trinity. La sera di

quel giorno scoppiò un terribile  temporale.  Io mi ero coricato, ma presto fui

svegliato da un forte  baccano di cui  non capivo la natura. Siccome il rumore 

persisteva,Sam Allison (fisico americano che collaborò con Fermi e con Segrè

alle ricerche nucleari) ed io prendemmo  una torcia  elettrica e uscimmo dalla

baracca per vedere che cosa  succedeva  e con nostra sorpresa trovammo che

migliaia di rane stavano celebrando un festino d' amore. Andammo a dormire

a  sera  tarda,  ancora  incerti  se il tempo  avesse  permesso  l' esplosione,  il

culmine di tanti anni di durissimo lavoro. Oppenheimer  ( fisico che diresse le

ricerche per la fabbricazione della bomba atomica ) e il generale Groves (capo

organizzativo del MED) e  molte  altre  autorità  si  recarono negli osservatori

che erano stati assegnati loro in precedenza e quando Oppenheimer e Groves,

malgrado il brutto tempo, decisero di procedere alla prova,  fummo  chiamati.

I posti piu' vicini erano in fortini a circa 10 km  dalla torre  su cui era montata

la bomba.

Fermi  ed io ci appostammo a 14 km dall' esplosione, dove  non  occorrevano

ripari.    

[...] A 8  km Allison dette il  segnale per l' esplosione  contando i secondi che

mancavano all' impulso  elettrico designato a detonare l' esplosivo .

Alle 5,30 del 16  luglio  la  bomba  fu fatta esplodere.

Mancava   poco all'  alba  e  l'impressione  piu'  forte  fu   quella  di  una  luce 

brillantissima,   rimanemmo  affascinati dal nuovo grandioso  spettacolo. [...]  

A quella distanza ricevemmo abbastanza luce da prendere una bella scottatura.

Io ero accanto a Fermi al  momento dell' esplosione, ma non ricordo che si sia

detto  nulla.  Per un momento  mi passò per  la testa  che l' atmosfera potesse

incendiarsi causando la fine del mondo.

Subito  dopo  l'esplosione  Fermi  si  alzò in piedi e  fece cadere a terra alcuni

pezzetti di carta, come  coriandoli. Aveva  preparato  un  suo  esperimento per

misurare l' energia sviluppata dall' esplosione, i pezzi di carta sarebbero caduti

verticalmente  nell' aria quieta, ma  con  l'arrivo dell' onda  d'urto  si sarebbero

spostati di alcuni centimetri nella  direzione  di propagazione  dell' onda.  Dalla

distanza  della   sorgente  e  dalla  grandezza  di  questo  spostamento  si  può  

calcolare l' energia dell' esplosione. Fermi in precedenza si era già preparato dei

tracciati in modo  di valutare  l' energia liberata  durante l' esplosione.

Questo  aneddoto  fu raccontato  molte  volte,  ma  è  così  caratteristico  della 

persona dello scienziato che non può essere  omesso. 

I   dati  richiesero   molti  giorni  di  valutazione,  mentre i dati di  Fermi furono

ottenuti subito dopo l' esplosione. Circa un' ora dopo lo  scienziato indossò una

speciale  tuta  di  protezione e munito  di un misuratore di radiazione salì su un

carro  armato  protetto da  schermi  e  si   avvicinò cautamente  al  luogo  della

esplosione  per  raccogliere  materiale.  Fermi fu impressionato da tutto ciò che

vide e  dalle  trasformazioni intorno subite  dall'  esplosione. [...]    

L' esplosione   della  bomba  era  riuscita  oltre  le aspettative  poichè l' energia  

liberata era al massimo o addirittura al di sopra delle nostre previsioni che erano

abbastanza incerte. Nello stesso tempo  però cominciavano o meglio crescevano 

le  preoccupazioni per l' avvenire che avevano già  turbato molti dei partecipanti 

al  progetto.

Quali  sarebbero state le conseguenze della  liberazione dell' energia  atomica  e

che  cosa  si doveva fare per dirigerla a vantaggio dell' umanità?

Questo si domandarono i due grandi scienziati.

 

   

    Enrico Fermi, insignito del Premio Nobel nel 1938 per gli esperimenti

realizzati nel campo della fisica nucleare. Progettò e guidò la costruzione

del primo reattore nucleare a fissione.

 

 

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12 dicembre 2011 1 12 /12 /dicembre /2011 21:36

 

   

 

 

NATALE 

 

NAIF

 

 

 

           

 

 Silent Night, musicato dall'organista Franz Xaver Gruber,

fu eseguito per la prima volta durante la Messa della Notte di Natale,

nel 1818, nella chiesa di St. Nikolaus ad Oberndorf (Austria)

 

            

 

 

  

 

 

            

 

 

 

                                                                              

 

 

NATALE, un giorno

 

Perchè

dappertutto ci sono così tanti recinti? 

In fondo tutto il mondo è un grande recinto.

Perchè

la gente parla lingue diverse?

In fondo tutti diciamo le stesse cose.

Perchè

il colore della pelle non è indefferente?

In fondo siamo tutti diversi.

Perchè

gli adulti fanno la guerra?

Dio certamente non vuole.

Perchè

avvelenano la terra?

Abbiamo solo quella.

 

 

 A NATALE, un giorno

gli uomini andranno d' accordo

in tutto il mondo.

Allora  ci sarà un enorme albero di Natale

con milioni di candele,

ognuno ne terrà una in mano

e nessuno riuscirà a vedere

l'enorme albero fino alla punta.

Allora tutti si diranno " BUON NATALE, e un giorno ! "

(Hirokazu Ogura)

 

 

imagesCANRZQ01.jpg

 

 

 

 

 

E' NATALE

 

E' Natale ogni volta

che sorridi a un fratello

e gli tendi la mano.

E' Natale ogni volta

che rimani in silenzio

per ascoltare l'altro.

E' Natale ogni volta

che non accetti quei principi

che relegano gli oppressi

ai margini della società.

E' Natale ogni volta

che speri con quelli che disperano

della povertà fisica e spirituale.

E' Natale ogni volta

che riconosci con umiltà

i tuoi limiti e la tua debolezza.

E' Natale ogni volta

che permetti al Signore

di rinascere per donarlo agli altri.

(Madre Teresa di Calcutta)

 

 

 

 

NEVE

 

Fiocchi

fiocchi

 

cadono fitti

 

faville

fatte

fili

fumi

forme.

 

 

 

 

I PEZZENTI

 

E' bello fare i pezzenti a Natale

perchè i ricchi allora sono buoni,

è bello il presepio a Natale

che tiene l'agnello

in mezzo ai leoni.

 

    

NATALE

 

 

 

 

  

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9 dicembre 2011 5 09 /12 /dicembre /2011 23:54

 

 

 

 

 


                                                 Peter Tchaikovsky - Finale Ouverture  1812 -

 

 

 

 

Lev Nicolaevic Tolstoj 

   

 

Guerra e Pace

 

                                 

 

tolstoj01a-1-.JPG

 Lev Nicolaevic Tolstoj

 

 

Lev Tolstoj per il suo capolavoro, Guerra e Pace sceglie lo sfondo grandioso

della campagna di Napoleone in Russia nel 1812.

" L' eroe della  mia  novella " scrive  Tolstoj  in  uno  dei  suoi racconti, " che io

amo con  tutte le  mie forze  dell' anima, che cerco di mostrare in tutta la sua  

bellezza, e... che sempre fu ed  è , e ... sarà bello,  è  la  verità  "!

Il  realismo di Tolstoj  muove da  cose comuni e arriva a investire  tutta la storia 

di un' epoca, dove  i  protagonisti  non sono  i grandi della terra,  ma  il  popolo,

sul quale  converge  l' attenzione  dello  scrittore. Padrona  della scena è  sempre

la realtà della vita, nella quale si muovono e dibattono i personaggi.

Qualcuno  ha  scritto  che  Guerra  e Pace  è  al tempo stesso l' Iliade, storia  di

uomini  e  l' Eneide,  storia  di un popolo, unite in un  sol  libro da un uomo che 

non ebbe mai  la cosapevolezza di essere  a  volta a volta  Omero e Virgilio. "  E'

Omero  quando  in  Guerra e  Pace  rappresenta: la  guerra, i campi di battaglia,

l'avanzata di Napoleone e i grandi schieramenti degli eserciti ed è Virgilio,quando

si   concentra  sulla   tragedia  di  un  popolo,  sulle   ferite  dell'  eroe  vinto, sui 

sentimenti d'amicizia e d' amore che legano i  protagonisti del  romanzo, e lascia

che le sue pagine siano  invase  da  quel  sentimento intenso  e  profondo  che  i

Latini chiamavano " pietas ", un termine intriso  di  significati etici e religiosi, non

come dice la parola italiana " pietà " che è molto riduttiva.

 

 

bondarchuck03b[1] Pierre Bezuchov

 

bondarchuck17a-1-.jpg Natasha Rostova

 

bondarchuck16a-1-.jpg

 Principe Andrej Bolkonsky

 

war-and-peace-68-3-1-.jpg Natasha e Andrej al ballo

 

                                                                                           

Il romanzo Guerra  e  Pace è una vera epopea, un'Iliade moderna,  com'è  stato

definito questo maestoso romanzo di Lev Tolstoj.

Come  annuncia  già  nel  titolo i due  motivi principali, costituiti dall' intreccio di

guerra e di pace, di miseria  e di grandezza, che non caratterizzano solo la realtà

della  Russia  dei  primi  anni  dell'  Ottocento, con  le  guerre napoleoniche e gli

intrighi dell' alta società, cui appartengono  alcuni tra i protagonisti del romanzo,

ma  tutta  la  storia dell' umanità  e quella  dei  singoli  protagonisti  che  in ogni

epoca si rispecchiano e si riconoscono nelle vicende narrate.

Il  popolo  nel romanzo è rappresentato da alcune figure positive  indimenticabili

come  quella del  pio soldato-contadino Platon Karatev,  mentre  la nobiltà viene

ritratta in negativo.

Specchio di una nobiltà capace di grandi sentimenti sono tre i personaggi centrali:

il principe Andrej Bolkonski, Pierre Bezuchov,e Natasha Rostova.

La  narrazione  si  svolge  tra  il 1805 e il 1812, tra  la  vittoria  di  Napoleone ad

Austerliz e la campagna di Russia che fu disastrosa per i Francesi 

 

 

 

 Napoleone Bonaparte - Autunno 1812

 

  Napoleone  e le sue truppe alla battaglia di Borodino - 1812

 

Mosca in fiamme 

 

 

 

L' incendio di Mosca

 

"Mosca andò a fuoco in seguito al fatto che era stata posta in certe condizioni, in

cui qualsiasi città di legno deve andare a fuoco, a parte che vi siano  o non siano

in città centotrenta malconce pompe da incendio. Una città di legno  e non passa

giorno che non accadano incendi, non può non andare  a fuoco  quando  in essa 

gli abitanti non ci sono, e al loro posto vivono delle  truppe che  fumano tanto di

pipa, che accendono  i fuochi di bivacco  sulla Piazza del Senato  con le sedie dei

senatori, e che si  cuociono  da mangiare due volte al giorno. Mosca prese fuoco

per le pipe le cucine, i fuochi  di bivacco, la  sbadataggine dei soldati nemici, che

abitavano nelle case senza essere i proprietari." 

 

 

Durante  le  battaglia  di Borodino e l' incendio di Mosca, si  svolgono  le  vicende

di due  famiglie  nobili, i Bolkonski e i Rostov. Alla  famiglia  Bolkonski, dominata

dalla  tirannica  figura   del   vecchio   principe,  appartengono  Maria,  sua  figlia,

creatura di rara forza spirituale, e  il  principe Andrej, fratello di Maria,  un  uomo

intelligente  e  superbo, desideroso  di  fare,  ma deluso  dalla  realtà  del  mondo

aristocratico a cui appartiene e di cui vede il declino. 

Per trovare un senso nuovo alla  sua vita, Andrej si  arruola ma, ferito  una prima

volta ad Austerlitz, ritorna a casa in licenza il giorno stesso in cui la moglie muore

nel dare  alla luce un bambino.  Nel  frattempo a Mosca Pierre si è sposato  con la

bellissima Helene e i due amici si ritrovano. 

Ad un ballo  Andrej  conosce la giovanissima Natasha, dall' inesauribile dolcezza e

forza vitale. I due si innamorano, ma il matrimonio viene rimandato a causa di un

lungo  viaggio  di lui, durante il quale la ragazza, giovane  e  inesperta,  cede  alle

lusinghe del vanitoso e intrigante fratello di Helene, Anatolj.

Tutto pare avviarsi  alla  tragedia: Natasha  rotto il  fidanzamento, cade in stato di

apatia  e  deperimento. Andrej  riparte per la guerra, dove viene ferito a Borodino.

Qui muore assistito dalla sorella e da Natasha, ancora innamorata di lui.

Molto piu' tardi Natasha sposerà Pierre e conoscerà finalmente la pace e la serenità.

A  dominare  la  scena  nel romanzo  è  sempre la realtà dell' esistenza, nella quale

Tolstoj immerge tutti i suoi personaggi.

 

   

 

 

 

Tolstoj  negli  ultimi  anni,  cosiderò  Anna   karenina  e  Guerra  e Pace " solo

sciocchezze " Egli dichiarò che le opere veramente importanti,  fra  quelle  da 

lui scritte, consistevano nei testi a carattere filosofico e religioso.

Così scrisse nel 1895 agli amici

" Prego  tutti  i miei  amici, vicini e lontani ... se  vogliono  occuparsi  dei miei 

scritti prestino attenzione a quella parte della mia opera in cui, lo so,parlava

attraverso di me la forza di Dio - e la utilizzino per la loro vita ...Sono stato

così un impuro, così  pieno di  passioni personali  che  la luce di questa verità

veniva  oscurata dalla  mia  oscurità, ma nonostante questo mi  sentivo a volte 

pervaso da questa verità e  questi  sono stati i  momenti  piu' felici  della mia 

vita... Spero che gli uomini, nonostante  il contagio meschino e impuro  che  ho

potuto trasmettere a questa verità, possano nutrirsi di essa . "

 

Gandhi è  stato  il primo  personaggio di fama  internazionale  ad aver raccolto

l' eredità spirituale  di Tolstoj  ed è stato  proprio attraverso di lui che il Tolstoj

saggista ha beneficiato di una grande riscoperta durante l' arco del Novecento.

Tolstoj  è  stato  il  grande  teorico  della non-violenza  Gandhi  ne  sviluppò  il  

pensiero e lo fece fruttificare. 

 

 

 

250px-Pasternak_Tolstoy_1908-1-.jpg  Lev Tolstoj ritratto da Leonid Pasternak

 

 

 

La vita  di Tolsoj fu  lunga  e tragica,  nell' eccezione piu' vera del termine, fu

dominata da  una profonda  segreta  tensione, una vera  tragedia dell' anima.

 Tolstoj  stesso  riteneva che  il 1878  fosse lo  spartiacque  tra due fasi  della

sua esistenza - nella prima il grande scrittore ( famosissimo e personalmente

tronfio della sua fama letteraria ), nella seconda la sua rinascita spirituale . 

Questa  grande  frattura sarà, poi,  fonte di grandi difficoltà per l' analisi della  

vita dello scrittore russo, difficoltà che ancora oggi sono presenti.

 

__________________________________________

 

... alla incessante ricerca della verità ...

 

" La verità ... Lo amo tanto ... Come loro ... " 

 

Ultime parole pronunciate da Tolstoj  prima di morire

   

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8 dicembre 2011 4 08 /12 /dicembre /2011 22:12

 

 

 

 

 

 - Jean - Honorè Fragonard -

        -  pittore francese  -

 importante esponente del rococo'

 La  lettrice, 1772

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Una storia d' amore e di tenebra

 

 

Lo   scrittore  israeliano  Amos Oz racconta in questo libro una  storia  molto

interessante: la  storia della   sua vita trasformata in romanzo, ambientata  in

parte  a Gerusalemme, negli  anni  immediatamente  sucessivi  alla  Seconda

Guerra Mondiale, quando i  pochi ebrei sopravvissuti all' Olocausto cercarono

di ridarsi - o darsi - una terra in cui avere il diritto di vivere.

Lo scrittore  rievoca  la  propria  scoperta della lettura, la  passione  per i libri,

ereditata da suo padre,il dono di uno spazio in uno scaffale per riporvi i primi  

volumi  della sua vita.  

Egli, inoltre,  ricorda  di avere  sempre desiderato  di  cambiare giocando con 

l' immaginazione, la  storia, per rimediare agli errori dei grandi condottieri del

passato e per trasformare i vinti in vincitori. 

 

 

Imparai a leggere praticamente da solo,

ero ancora molto piccino.

Che  altro  avevamo  da  fare? [...]  Alle

sette di sera eravamo già  chiusi  in casa

per   via  del  coprifuoco   imposto dagli

inglesi in tutta Gerusalemme.[...]

Papà  restava  fino  alle  due  di  notte a

lavorare  alla sua scrivania,cavandosi gli

occhi  sotto  la   luce  anemica  dei  suoi

venticinque watt, perchè  non era giusto

usare una lampadina piu' potente.[...]

 

 

Solo di libri, da noi, c' era abbondanza: da una parete all' altra, in corridoio e in

cucina  e  in  ingresso  e  sui  davanzali delle finestre e dappertutto.  Migliaia  di

volumi,  in  ogni  angolo  della  casa. C' era  come la sensazione  che mentre gli 

uomini vanno e vengono, nascono e muoiono, i libri invece  godono  di eternità.

Quand' ero piccolo, da grande volevo diventare  un libro,  non  uno scrittore, un 

libro: perchè le persone le si può uccidere come le formiche. Anche uno scrittore

non è difficile ucciderlo, mentre un libro,quand' anche lo si distrugga con metodo

è probabile  che un esemplare comunque si salvi e preservi la sua vita di scaffale,

una  vita eterna, muta, su  un ripiano  dimenticato in qualche sperduta biblioteca,

a  Reykiavik, a Valladolid, a Vancouver. [...]  Avevo sei anni quando  arrivò nella

mia vita un grande  giorno: papà liberò per me un piccolo spazio in uno dei suoi

scaffali di libri, e mi permise di disporre dei miei. A dire le cose come stavano,mi

concesse una trentina di  centimetri, cioè piu' o meno un quarto dello scaffale piu'

basso.Io abbracciai tutti i miei  libri, che sino a quel giorno erano rimasti adagiati

sullo  sgabello  accanto al letto, li  portai  sino alla  libreria di papà e  li disposi in 

piedi  per benino, il  dorso rivolto  al mondo  esterno e il volto contro il muro. Fu 

una  cerimonia  di iniziazione, un rito vero e proprio una persona i cui libri stanno

dritti  in  piedi  non è piu' un bambino ma un uomo, ormai.Ormai ero come papà.

I miei libri stavano in piedi. [...] Commisi un errore imperdonabile.  Papà andò al

lavoro, e io mi ritrovai  libero di fare ciò che meglio credevo,in quel mio territorio

sullo scaffale. Ma avevo un concetto  assolutamente infantile dicome procedere in

merito. E  così avvenne  che ordinai i miei libri per altezza [...] Feci  in quel modo

perchè  volevo  riempire  tutto lo spazio che  mi era stato concesso sullo scaffale.

Volevo  che  il mio  angolo di  libri fosse zeppo e ridondante, tracimasse, proprio

come quelli di papà. Ero  ancora all'opera quando lui tornò dal lavoro, gettò  una

occhiata  sconvolta  al  mio  scaffale  e  poi,  nel   piu' assoluto silenzio,  mi  fissò

lungamente,  con  uno sguardo che non dimenticherò  mai:  uno  sguardo di  un

disprezzo,  di una delusione così amari che non c'era verso di esprimerli a parole.

Alla fine sibilò a denti stretti"Mi vuoi dire,per favore,sei completamente impazzito?

Per altezza, i libri sono forse dei soldati?Sono forse una scorta d'onore? La banda

dei pompieri ? Poi tacque... In  fondo a quel silenzio mio  padre mi rivelò tutte le

faccende della vita. Mi iniziò al sommo segreto nel  mondo della biblioteconomia:

mi  svelò  sia  la via maestra  sia i  sentieri nel bosco, i panorami vertiginosi delle

variazioni, delle  sfumature, delle fantasie,  i viali  isolati, ardite tonalità ma anche

eccentrici capricci i libri li si può ordinare per titolo in ordine alfabetico per autore,

per collana o  editore, per lingua, argomento, genere  e  contesto, e  persino  per

luogo di edizione.Tutto è possibile. [...]

Ero un bambino ossessionato dalla  storia. Avevo in mente di rimediare agli errori 

dei   condottieri  del passato: rinnovando, ad esempio, la  grande  rivolta  ebraica 

contro  i  romani,  salvando Gerusalemme  dalla  distruzione   per  mano  di  Tito,

trasferendo il  fronte  in  terra nemica, portando le truppe  di  Bar  Kokba sino alle

mura di Roma, conquistando turbinosamente il  Colosseo e issando  una bandiera

ebraica   in  cima al Campidoglio. All' uopo  avevo trasportato  la  brigata  ebraica  

dell' esercito  britannico all' epoca del  Secondo  Tempio  deliziandomi al pensiero

che   due   fucili  sarebbero stati capaci  di annientare  tutte  le formidabili  legioni

di Adriano e di Tito Che  un velivolo leggero un Piper avrebbe messo in ginocchio

il magniloquente Impero Romano.[...]

In fondo questo strano impulso  che  avevo da bambino - il desiderio di offrire una

nuova   oppurtunità  a ciò che  non  esisteva  piu'  nè  mai  piu' avrebbe avuto una

opportunità - è  ancora  fra  le cose che mi  muovono la  mano,  ogni volta che mi

accingo a scrivere una storia.

   

 

Associazione Di sensazioni legate all' oggetto del culto del bambino .

 

"Quand' ero  piccolo  da  grande  volevo diventare un libro. Non uno scrittore,

un libro perchè le persone le si può uccidere come formiche."

In questa sequenza lo scrittore confessa che da bambino sognava  di diventare un

libro. La motivazione va ricercata nella volontà di  sfuggire alla morte. Le persone

uccise come formiche richiamano alla nostra mente  i  milioni  di  ebrei  sterminati

dai nazisti.

 

" Fu una cerimonia di iniziazione, un rito vero e proprio: una persona i cui libri

stanno dritti in piedi non è un  bambino,  ma un uomo, ormai.  Oramai  ero  come

papà i miei libri stavano in piedi. "

La sequenza è un  inno di  vittoria:  lo spazio, concesso  dal  padre, ai  libri  del  suo

bambino diventa lo  scenario quasi sacro di un autentico rito che fa di lui un adulto.

I suoi libri stanno in piedi , come un bimbo che comincia finalmente a camminare. 

 

" Ero un bambino ossessionato  dalla  storia.  Avevo in mente di rimediare agli 

errori dei condottieri del passato. "

Il sogno di ogni uomo, quello di porre rimedio ai propi sbagli, diventa il bambino del

libro, il desiderio di cambiare la storia, di cancellare violenze, massacri, tirannidi.  

 

 

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2 dicembre 2011 5 02 /12 /dicembre /2011 22:18

 

 

La possibilità di realizzare

un sogno rende la vita

interessante.

 

 

*****

 

I colori dell'India

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

  

 

   

   

   

 

   

  

  

 

 

Filosofia indiana

 

Se  riesci  a  mantenere il controllo  quando  tutti  intorno a te

perdono il loro e te ne attribuiscono la colpa...

 

Se  puoi confidare  in te  stesso quando tutti dubitano  di te pur 

tenendo conto del loro dubitare...

 

Se  sai aspettare senza stancarti di farlo o essere circondato da

bugie  senza  darvi  credito  o essere  odiato  senza dar spazio 

all'odio e senza sembrare troppo buono o troppo saggio...

 

Se puoi sognare senza rendere i sogni tuoi padroni...

Se sai pensare senza rendere i pensieri il tuo solo obiettivo...

Se puoi incontrare il trionfo o la sconfitta e trattare questi  due

impostori alla stessa tregua...

 

Se  puoi tollerare di udire la verità da te pronunciata stravolta da

disonesti che tessono trappole agli ingenui e vedere  le cose per

cui hai dato la vita, distrutte, e poi  fermarti a costruire di nuovo

con strumenti logori...

 

Se  sai raccogliere tutte le tue vittorie e rischiarle con un lancio

in "testa o croce" e perdere e ricominciare ancora dall'inizio, e

mai sussurrare una parola della tua perdita...

 

Se puoi sforzare il tuo cuore, nervi, muscoli perservire al tuo

scopo, ben al di là delle tue possibilità, e così andare avanti

quando  più nulla, tranne la volontà, dice loro "tieni duro"...

Se  puoi  parlare  con  un folle e mantenere  il tuo valore  o

camminare con ire senza perdere la semplicità...

 

Se puoi riempire un inesorabile  minuto con  un viaggio  lungo

sessanta secondi...

 

Allora...

 

Tua sarà la Terra e quanto vi è in essa - e ancora più

 

 importante sarai - un Uomo - figlio mio ! 

 

  

  *****

 

 

 

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1 dicembre 2011 4 01 /12 /dicembre /2011 21:47

 

 

 MEMORIE SCIENTIFICHE

 

 

 

 

 

    Vorrei che il radio avesse un bel colore

 

 

Eva Curie

 

 

   In questa pagina è riportato un episodio della vita di Madame Curie,

   rievocata con affettuosa ammirazione dalla figlia Eva , in un libro di

   memorie.

 

 

La rimessa di via Lhomond batte il primato della scomodità, d' estate,  per

causa del tetto di vetro, è ardente come una serra, d' inverno, non si sa se

convenga augurarsi  il gelo o la pioggia: se piove, l' acqua  cade  goccia  a 

goccia, con un rumore dolce, irritante, sul pavimento e sui tavoli di lavoro.

Se gela , si gela. Non c' è rimedio. La stufa è una delusione completa.

 

 

 

 

" Non avevamo danaro, nè laboratorio, nè aiutanti  per condurre a  termine

questo compito importante  e difficile" scriverà  più tardi  Marie " Era come

creare qualche cosa con niente, e se i miei  anni  di  studentessa  erano stati

definiti gli anni eroici della mia vita, posso dire senza esagerare  che  questo

periodo fu, per me  e per  mio  marito, l'epoca  eroica  della  nostra  vita  in  

comune. Io  trascorrevo il giorno intero ad agitare  una massa in  ebollizione

con un' asta di ferro grande quasi come me. Alla sera  ero rotta dalla fatica".

In queste condizione i due coniugi lavorano dal 1898 al 1902.

Nel primo  anno  si occupano del lavoro di  separazione chimica del radio  e

del  polonio  e  studiano  l' irradiazione  dei  prodotti  sempre  più  attivi che

riescono ad ottenere. Pierre  cerca di conoscere bene il nuovo metallo Marie

continua  con  i trattamenti chimici che  permetteranno di ottenere dei sali di

radio puri. Nel  cortile, vestita con le sue vecchie vestaglie sporche di polvere

e di  macchie d' acido, circondata  di fumi che le bruciano la  gola e  gli occhi,

con i capelli al vento, Marie deve, da sola, fare il lavoro d' un uomo.

Ma  il radio vuole   trattenere  il suo  mistero, non vuole farsi conoscere dagli

umani.

Quando Marie e Pierre  lasciano per un momento  i loro apparecchi e parlano

tranquillamente, i loro discorsi  sono sempre  sul radio, su  questa sostanza di

cui sono innamorati.

- Mi domando come sarà, quale sarà il suo aspetto? - dice un giorno Marie.

- Tu, Pierre, come immagini il radio? -

- Non so...- risponde lo scienziato - Vorrei che il radio avesse un  bel colore .

 

 

 

 

Marie Curie s'avvicina alla meta: ecco giungere lo stadio della  purificazione

e della separazione delle varie sostanze chimiche fortemente  radioattive.Ma

la povertà  dei  due scienziati  è  tanta, bisognerebbe  disporre  di un  locale

pulito, di  attrezzature  scrupolosamente protette  contro il freddo, il caldo, il

sudiciume! ... 

Gli ostacoli  sembrano   insormontabili. Pierre Curie è nauseato dalla povertà 

dei  risultati   ottenuti  e  dagli  sforzi   stremanti  di  Marie  e le  consiglia una

tregua.

Ma ha  fatto i  conti  senza  il  carattere  di sua moglie,  Marie  vuole  isolare  il

radio  e  lo  isolerà. Se  ne ride delle fatiche, delle  difficoltà  e delle lacune  del

suo  sapere, che  complicano il suo  compito, dopotutto  è  una   giovanissima

scienziata: non  ha ancora  la sicurezza e la grande  cultura di Pierre  che lavora

da vent'anni.

Dopo   quattro  anni,  Marie riporta, finalmente, nel 1902, la  vittoria  di questa

guerra di logorio: riesce a preparare un decigrammo di radio puro.

Il radio esiste ufficialmente.

I  chimici, increduli, si inchinano  davanti ai fatti e  alla sovrumana  ostinazione 

della donna.

 

[...] 

 

La giornata di lavoro è stata rude e la cosa più ragionevole da fare per i due

scienziati  sarebbe  andare  a  letto.  Ma  Pierre e  Marie  non  sono   sempre

ragionevoli.

 

 

Indossano   due   vecchi  cappotti  e  via... Percorse  le strade  popolose  del

quartiere, sorpassati  i   laboratori  delle  officine,  i terreni  abbandonati,  gli

edifici modesti del sobborgo, giungono in via Lhomond, attraverso  il cortile.

Pierre mette la chiave nella serratura. La porta cigola come ha cigolato  mille

e mille altre volte, ed eccoli nel loro dominio, nel loro sogno.

- Non entrare ! -  dice Marie  nel buio. Poi soggiunge con un filo di voce - Ti

ricordi quel giorno che hai detto "Vorrei che il radio  avesse un bel colore! "

In realtà , il radio ha qualcosa   d'assai più  bello  che - un bel colore - esso è

spontaneamente luminoso.

E nella buia rimessa dove  le briciole preziose, nei  loro minuscoli recipienti di

vetro   sono  messe  su  tavole  appese  al  muro,  le   sagome    fosforescenti,

azzurrastre,  brillano,  sospese nell'oscurità.

- Guarda, guarda - sussurra Marie.

La donna avanza con precauzione, cerca,  trova  a  tentoni una sedia di paglia.

Siede nel buio, nel silenzio.

I loro volti si tendono verso quei pallidi splendori, quelle misteriose sorgenti di

raggi, verso il radio ... il loro radio.

Col corpo inclinato, la testa avida, Marie osserva affascinata e si ricorderà per 

sempre di quello spettacolo di lucciole, di quella festa notturna.  

 

 

 

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30 novembre 2011 3 30 /11 /novembre /2011 20:25

 

 

 Marie Curie

 

La donna che cambiò il mondo

 

 

 

   

 Marie Sklodowska - Curie

(Varsavia - Polonia 1867 - Savoy - Francia 1934)

 

 

Donna passionale, geniale ricercatrice, primo professore donna in Francia.

"Crocerossina radiologica" sui  campi di battaglia  durante la prima Guerra

Mondiale.

Nobel per la fisica e la chimica, madre e moglie ideale.

Fu al centro di uno scandalo mediatico per un amore.

Nata 144 anni prima di FUKUSHIMA

 

 

 

Mary Curie ricevette  la  prima  educazione in  Polonia, sua  terra  natale.  

Nel 1881 si trasferì a Parigi per proseguire gli studi universitari, conseguendo la

laurea in fisica e matematica.

All'università incontrò il fisico Pierre Curie e lo sposò.

Il matrimonio non interruppe  gli  studi della giovane coppia, anzi li  intensificò:

Marie  stava  lavorando alla  tesi di laurea, e  l'argomento  vasto  e  sconosciuto

richiedeva molte ricerche ed esperimenti, ai quali si unì anche Pierre.

Con   Pierre,  Marie  cominciò   a  studiare  il  fenomeno   della   radioattività  e

insieme,  scoprirono   che   un   minerale,  la "pechblenda"  emanava  radiazioni 

ne   attribuirono   la  causa  alla  presenza di  un  elemento,  ancora  sconosciuto,

contenuto nello stesso minerale.

 

  

 

Dopo  quattro anni  di lavoro intenso, nel buio di una  rimessa presa  in  affitto,

riuscirono a isolare, finalmente, il nuovo elemento  che chiamarono "radio",

per le radiazioni che emetteva.

I coniugi Curie scoprirono  che il radio separato dal minerale che  lo  conteneva,

aveva in sè la proprietà, mai  sperimentata  prima, di emettere  spontaneamente 

raggi (radioattività). 

 

 

Era la scoperta più sensazionale del secolo. 

 

Non  brevettarono  il  metodo di estrazione: volevano che tutti potessero  produrre

liberamente il radio per il bene dell'umanità.

 

 

 

Si era scoperto che il nuovo elemento combatteva: il tumore.

Per queste importantissime ricerche nel 1903 ai  coniugi  venne  assegnato il 

Premio Nobel per la fisica.

Tre anni dopo Pierre Curie morì travolto da un carro.

 

Marie sostituì  il marito nell'insegnamento, ma  continuò  sempre  le  ricerche.

Al tempo  stesso, curava l'educazione delle figlie  ed  ebbe la gioia  di  vedere

in Irene, la  sua stessa passione  per  la  fisica,  anche  lei  premio Nobel per la

chimica (insieme al  marito Frederic Jolio t- Curie) nel 1935,  l'anno sucessivo

la morte della madre.

Le nuove  ricerche  di  Marie,  dopo la  morte  di Pierre, vennero  coronate dal

successo,  nel 1910  riuscì ad  isolare "il  radio metallico". per  questo le venne

conferito il secondo Premio Nobel per la chimica. 

 

Nel 1914, allo scoppio della seconda Guerra Mondiale, sospese l'insegnamento

e le ricerche di laboratorio per organizzare  il sevizio radiologico  per l'esercito.

 

Allestì   delle   vetture  dotate  di  apparecchi  a   raggi  X  e,  spesso   le   scortò

personalmente al fronte, accompagnata dalla figlia Irene.

Marie Sklodowska - Curie,  per  ironia  della  sorte,  morì  nel  1934  di  anemia

perniciosa in conseguenza della lunga esposizione alle sostanze radioattive.

 

   

 

 

 

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27 novembre 2011 7 27 /11 /novembre /2011 19:24

 

 

SENZA TE TORNAVO

 

Pier Paolo Pasolini

 

Senza te tornavo come ebbro,

non più capace d'essere solo, a sera

quando le stanche nuvole dileguano

nel buio incerto

mille volte son stato così solo dacchè son vivo

e mille uguali sere

m' hanno oscurato agli occhi l'erba, i monti,

le campagne, le nuvole.

Solo nel giorno, e poi dentro il silenzio

della fatale sera. ed ora ebbro,

torno senza di te,

al mio fianco

c' è solo l'ombra.

E mi sarai lontano mille volte,

e poi, per sempre.

Io non so frenare

quest'angoscia che monta dentro al seno

... esser solo.

 

 

 

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  • mondodiverso
  •  
 
--- La pittura è una poesia che si vede e non si sente, 
e la poesia è una pittura che si sente e non si vede.
(Leonardo da Vinci)
  • --- La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede. (Leonardo da Vinci)

                                                                    

 

 Sul mio cuore, poesia, cammina lentamente,
lenta come l’erica delle paludi,
come un uccello plana sul ghiaccio notturno.
Se frangi la crosta di questa mia pena
Potresti annegare, poesia.


Olav H. Hauge  
 
 
 
                                           5Gd_q2Uv210---Copia.jpg                                 
   
    
 Questa strada ha un cuore.
Per me c'è solo un viaggio
su strade che hanno un cuore.
Là io voglio andare
è l' unica sfida che valga la pena.
     
   

 

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