Overblog
Segui questo blog Administration + Create my blog
18 dicembre 2016 7 18 /12 /dicembre /2016 15:26

 

 

 

L'ULTIMO AMORE

 

Che mi vorrebbe a essere felice?

    Una stanzetta, ma col fuoco acceso;

    due tazzine, due piccole tazzine,

    una per te, l'altra per me, Paolina;

    e addolcire coi tuoi baci l'amaro

    della bevanda. O mia piccina, ascolta;

    non ti vedrò per qualche giorno, io credo,

    che di rado e di furto. E non vorresti

    prima una volta, una sol volta, quello

    che in un orecchio già ti dissi, e tu,

    su me alzando una mano che nell'atto

 fu di baci punita e ricoperta,

    m'hai risposto `"sfacciato"; e nel mio petto

    nascondevi, ridendo, la testina.

    Non vuoi, Paolina? Che di te un ricordo

    serbi, sí dolce, sí dolce, che il cuore

    mi manchi pure nel ricordo, e sia

    l'ultimo fiore che tra i vivi io colga?
 

Umberto Saba

 

 

 

Leggi i commenti

Condividi post
Repost0
17 dicembre 2016 6 17 /12 /dicembre /2016 21:39

 

 

– Mi piaci tanto, Midori.
– Tanto quanto?
– Tanto quanto un orso in primavera.
– Un orso in primavera? – chiese lei sollevando di nuovo la testa. – Come sarebbe «un orso in primavera»?
– Un orso in primavera… allora, tu stai passeggiando da sola per i campi quando a un tratto vedi arrivare nella tua direzione un orso adorabile dalla pelliccia vellutata e dagli occhi simpatici, che ti fa: «Senta, signorina, non le andrebbe di rotolarsi un po’ con me sull’erba?» Tu e l’orsetto vi abbracciate e giocate a rotolare giù lungo il pendio tutto ricoperto di trifogli per ore e ore. Carino, no?
– Carinissimo.
– Ecco, tu mi piaci tanto così.

 

Haruki Murakami

 

 

Leggi i commenti

Condividi post
Repost0
11 dicembre 2016 7 11 /12 /dicembre /2016 09:01

 

 

LO STRANIERO

 

 

Albert  Camus

 

 

 

 

Oggi
verso le otto
della sera
 
le venti
come si dice 
all'ora del telegiornale
 
ho comprato
in un grande magazzino
la voce di Albert Camus incisa
mentre leggeva Lo Straniero
e
ti ho pensata.
 
* * * 
 
Aujourd'hui
vers huit heures
du soir
 
vingt heures
comme on dit
à l'heure du journal télévisé
 
j'ai acheté
dans un grand magasin
la voix d'Albert Camus gravée
et lisant l'Etranger
et 
j'ai pensé à toi.
 
Yvon Le Men
 
 
 

 

Albert Camus, uno scrittore combattente

Lo straniero

 

Lo straniero racconta la storia di un impiegato di origine francese, Meursault, che vive ad Algeri. La vicenda, narrata in prima persona dal protagonista, ha inizio con la notizia della morte dell'anziana madre che non provoca alcuna emozione all'impiegato che con la stessa apatia assiste al funerale.  Egli si  rappresenta  del tutto estraneo alle convenzioni della società e indifferente agli eventi e alle persone con cui entra in contatto. Anche con la relazione della ragazza con cui è attratto, Marì, è caratterizzata da assenza di emotività. Un giorno, mentre passeggia da solo sulla spiaggia, in un caldo pomeriggio assolato, ha uno scontro con un arabo e, quasi senza rendersene conto gli spara, uccidendolo. Arrestato per il delitto commesso non cerca giustificazioni e affronta in maniera impassibile la conseguenza del suo gesto. Ha inizio il processo durante il quale Meursault viene dipinto dall'accusa come un mostro per la sua assenza di sentimenti. La sua indifferenza viene giustificata come un aggravante ed egli viene condannato a morte. Mentre attende l'esecuzione egli rifiuta di cercare la consolazione di Dio e usa il poco tempo che gli resta per riflettere sull'assurdità della vita. Realizza, infine, quanto l'universo sia indifferente rispetto all'umanità e approda ad una sorta di felicità nel sentire il mondo simile a se stesso.

 

Frasi sullo Straniero

 

Ho riassunto molto tempo fa "Lo straniero" con una frase che riconosco essere molto paradossale. "Nella nostra società qualsiasi uomo che non pianga alla sepoltura della propria madre rischia di essere condannato a morte" Volevo dire soltanto che l'eroe del libro è condannato perchè si sottrae ad ogni gioco. In questo senso è straniero alla società dove egli vive, erra, emarginato nei disturbi di una vita privata, isolata. Ed è per questo che dei lettori sono stati tentati di considerarlo come un relitto. Meursault non sta al gioco. La risposta è semplice: rifiuta di mentire.

 

Non ci si sbaglierebbe molto leggendo ne "Lo straniero" la storia di un uomo che, senza alcun atteggiamento eroico, accetta di morire per verità. Meursault per me dunque non è un relitto, ma un uomo povero e nudo, innamorato di un sole che non fa ombra. Lungi dall'essere privo di qualsiasi sensibilità, è attanagliato da una passione profonda: la passione dell'assoluto e della verità. Mi è accaduto di dire anche, e sempre paradossalmente, che avevo provato a raffigurare nel mio personaggio l'unico Cristo che meritiamo. Si capirà, dopo le mie spiegazioni, che l'ho detto senza alcuna intenzione blasfema e soltanto con l'inclinazione un pò ironica che un artista ha il diritto di provare nei confronti dei personaggi della sua creazione. _____________________Albert Camus

 

  

 

 

* * * * *

 

Parte del del discorso di Albert Camus, tenuto il 10 dicembre 1957 a Stoccolma, quando gli fu conferito il Nobel per la Letteratura.

 

“Ogni generazione, senza dubbio, si crede destinata a rifare il mondo. La mia sa che non lo rifarà. Il suo compito è forse più grande: consiste nell’impedire che il mondo si distrugga. Erede di una storia corrotta in cui si fondono le rivoluzioni fallite e le tecniche impazzite, la morte degli dei e le ideologie portate al parossismo, in cui mediocri poteri, privi ormai di ogni forza di convincimento, sono in grado oggi di distruggere tutto, in cui l’intelligenza si è prostituita fino a farsi serva dell’odio e dell’oppressione, questa generazione ha dovuto restaurare, per se stessa e per gli altri, fondandosi sulle sole negazioni, un po’ di ciò che fa la dignità di vivere e di morire”.

 

 

Leggi i commenti

Condividi post
Repost0
10 dicembre 2016 6 10 /12 /dicembre /2016 13:45

 

 

 

 

 

Giethoorn è un villaggio olandese di circa 2600 abitanti, situato nella provincia di Overijssel, a circa 5 Km da Stenn. E' rinomato a livello internazionale per i suoi stretti canali  percorribili solo con  barche a remi o con motori silenziosi.

La maggior parte delle case, nel villaggio Giethoorn, si trovano su isolotti privati collegati tra loro da oltre 150 ponti di legno che attraversano il paesaggio, nato in passato per nascondere i suoi abitanti dalle persecuzioni religiose del XII secolo. 

Giethoorn raggiunge la sua popolarità soprattutto dopo il 1958 grazie al regista olandese Ben Haanstra che utilizzò il villaggio per il suo film  "Fanfare".

 

 

Giethoorn è definita la Venezia "verde" del Nord per la sua totale assenza di strade, almeno nella parte antica del borgo, eccezion fatta per una recente pista ciclabile che costeggia il corso dei canali. 

 

 

 

Camminare a piedi significa immergersi nella deliziosa atmosfera di un sogno ad occhi aperti.

 

 

Immagini suggestive  si offrono a scoprire l'animo segreto di Giethoorn.

 

 

 

Placidi canali alberati ornati di fiori e ponticelli armoniosi invitano a passeggiare

senza fretta in tutto relax.

 

 

Un interrotto cinguettio di uccelli accompagnano il lento galleggiare delle barche.

 

 

Ad ogni angolo una visione magica.

 

 

Passeggiata tra scorci suggestivi.

 

 

Giethoorn è un villaggio da favola… un sogno ad occhi aperti… un cartone alla Walt Disney.

 

 

 

Case silenziose posate come ornamento su tappeti erbosi.

 

 

Un'atmosfera bucolica senza eguali nel silenzio della natura.

 

 

In autunno, la nebbiolina che sale dalle vie d'acqua crea uno scenario irreale

 

 

 

Per tuffarci in un'altra magia. 

 

 

 

Condividi post
Repost0
8 dicembre 2016 4 08 /12 /dicembre /2016 14:12

 

 

Sentirai il tuono

e mi ricorderai,

pensando: lei voleva la tempesta.

L’orlo del cielo

avrà il colore del rosso intenso,

e il tuo cuore,

come allora, sarà in fiamme.__________ANNA ACHMATOVA
 

 

 

 

Spesso canta il lupo nel mio sangue e allora l'anima mia si apre in una

lingua straniera. Luce, dico allora, luce di lupo, dico, e che non venga

nessuno a tagliarmi i capelli_________MARIELLA MEHER

 

 

 

 

 

Io mi sono coperta di parole

perché nessuno trovi il silenzio in cui sto__________MARIE NOEL 
 

 

 

 

 

Compagna   mia,  mendicante,  fanciulla   straordinaria!  come  ti  sono

indifferenti  queste  sventurate e queste manovre,  e i miei   imbarazzi.

Attaccati a noi con la tua voce impossibile, la tua voce! unico adulatore

di questa meschina disperazione.________Arthur Rimbaud

 

 

 

 

 

Un anno fulmineo -

- uno sfarzo - una lacrima-

lo svegliarsi un mattino -

per scoprire che ciò per chi ci si sveglia -

inala un'alba diversa__________Emily Dickinson

 

 

 

 

Si esce e si chiude la porta senza pensarci. E quando ci si volta a vedere

quel  che si  è  combinato  è  troppo tardi. Se  vi sembra la  storia di una

vita, d'accordo__________RAYMOND CAVER 

 

 

 

 

Quando erano insieme, anche solo seduti a leggere uno accanto all’altra

o camminando per strada, il cielo sembrava un po’ più luminoso, il sole

un po’ più caldo, il mondo un po’ migliore__________Molly Antopol
 

 

 

 

 

Eppure- chissà - là dove qualcuno

 
resiste senza speranza,


è forse là che inizia la storia umana, 


come la chiamiamo,

 
e la bellezza dell'uomo__________
GHIANNIS RITSOS

 

 

 

 

Leggi i commenti

Condividi post
Repost0
7 dicembre 2016 3 07 /12 /dicembre /2016 08:38
 
 
 
 
 
LA DONNA NELLA STORIA
 
 
GIOVANNA D'ARCO
 
 
Risultati immagini per giovanna d'arco
 
 
 
 
La vita e l'attività di Giovanna D'Arco ( 1412-1431 ) sono racchiuse nell'ultima fase della Guerra che vide opposte la Francia e l'Inghilterra. (La guerra dei cento anni) le cui cause furono fondamentalmente dinastiche. 
 
 
 
jeanne5[1]-copia-1 
 
 
Nel 1400, l'umanità bigotta e ferma finì per lacerare lo spirito della donna Giovanna D'Arco, santa e patrona di Francia, fu spinta al rogo  con l'accusa di essere eretica solo perchè sentiva delle "voci" divine senza ostacolarle.
Giovanna D'Arco era una donna selvaggia e seguiva il suo istinto. Sin dalla più tenera età era, così in contatto con il suo Io più profondo, che sapeva perfettamente quella che era la sua passione: scendere sul campo di  guerra e difendere la sua patria dagli  inglesi. Lo fece con grande eroismo e coraggio, contro tutto e tutti. Non soffocò mai quelle voci, anzi le portò fino alla Corte del RE, a cui senza vergogna chiese un esercito per liberare la Francia dagli invasori inglesi. Fu ridicolizzata e derisa più e più volte, soprattutto per il suo
essere donna nonostante  i successi militari e l'amore che il popolo nutriva per lei, fu tradita e venduta agli inglesi.
Sottoposta a un lungo processo, in cui cercarono in tutti i modi di condurla a rinnegare i suoi principi. Lo fece una volta, ma si rese subito conto che stava tradendo Dio e la parte più intima di sè, allora preferì le fiamme piuttosto che, come lei stessa dichiarò, dannarsi l'anima.
Era il 30 Maggio del 1431 quando fu condotta nella piazza del mercato di Ruen e bruciata .
 
 
 
Risultati immagini per giovanna d arco storia   
 
 
 
Finita la Guerra dei cent'anni la Chiesa revisionò il suo processo e la sua condanna
che nel 1456 vennero dichiarati nulli. 
 
 
 
http://www.statuesacre.net/santi/s.giovanna.d.arco.jpg
 
 
 
Nel 1920 venne proclamata Santa da Benedetto XV, mentre la Francia rese l'8 maggio festa nazionale in suo onore, dichiarandola patrona della nazione.
 
 
La leggenda vuole che il cuore di Giovanna d'Arco, non intaccato dalle fiamme, fosse gettato nella Senna con le ceneri delle ossa, per impedire ai ricercatori di reliquie di appropriarsene. .
 
 
L'incredibile  vita, la passione  e  la  drammatica  morte  di Giovanna D'Arco ha ispirato anche scrittori come Shakespeare e Schillern e musicisti come Verdi, Listz, Cajkovskij .
Il coraggio, la fede in Cristo e il suo amore per la libertà ne fanno uno dei personaggi più grandi della storia dell' umanità.  Una grande Santa che ha vissuto fino in fondo le sue condizioni esistenziali. Giovanna d'Arco, protagonista di una vicenda straordinaria.
 
 
 
 
    

Leggi i commenti

Condividi post
Repost0
6 dicembre 2016 2 06 /12 /dicembre /2016 13:42

 

 

La Poesia di Maria do Rosario Pedreira 

 

 

 

 

"Si sedette per terra e aprì un piccolo libro dalla copertina blu. 

In quella fine del giorno, solo proprio i libri potevano dire qualcosa

più del silenzio – quell’altra voce"

 

 

 

LEGGI SONO QUESTI I NOMI DELLE COSE
 

 

Leggi, sono questi i nomi delle cose che
lasciasti – me, libri, il tuo profumo
sparso per la stanza; sogni una metà e dolori il doppio,
baci per tutto il corpo come tagli profondi
che non si rimargineranno mai; e libri, nostalgia,
la chiave di una casa che non è mai stata la
nostra, una vestaglia di flanella blu che
indosso, quando faccio questo elenco:

libri, risa che non riesco a mettere in ordine,
e rabbia – un vaso di orchidee che
amavi tanto senza che io sapessi perché e
che forse per questo non tornai ad innaffiare; e
libri, il letto disfatto per tanti giorni,

una lettera sul tuo cuscino e tanta
afflizione, tanta solitudine; e in un cassetto
due biglietti per un film d'amore che
non hai visto con me, e altri libri, e anche
una camicia sbiadita con la quale dormo
di notte per stare più vicino a te; 

e, da tutte le parti, libri, tanti libri, tante
parole che mai mi hai detto prima della
lettera che scrivesti quella mattina, e io,
io che ancora credo che tornerai, che
ritorni, sia pure solo per i tuoi libri.

 

 

Le poesie di Maria do Rosario Pedreira, intensa e melanconica poetessa portoghese, sono intrise di sensazioni forti, specchio delle sue esperienze passionali e amorose.

 

 

 

 

 

 

 

A cosa mi è servito correre per tutto il mondo
trascinare, di città in città, un amore
che pesava più di mille valigie…
A cosa mi è servito respingere questi mille uomini, e gli altri mille
che fecero di tutto perché mi fermassi, mille
volte pettinando le pieghe del mio vestito stanco di viaggi?
Era solo dietro di te
che correvo il mondo
il tuo volto nei miei occhi durante tutto il viaggio.
Ma tu partivi sempre la sera prima del mio arrivo.

 

 

 

 

NON DIRE PER COSA VIENI

 

Non dire per cosa vieni.
Lasciami indovinare
dalla polvere dei tuoi capelli
che vento ti ha mandato.
È lontana la … tua casa?
Ti do la mia:
leggo nei tuoi occhi la stanchezza del giorno che ti ha vinto;
e, sul tuo volto, le ombre mi raccontano il resto del viaggio.
Dai,
vieni a dar riposo ai tormenti del cammino
nelle curve del mio corpo
– è una meta senza dolore e senza memoria.
Hai sete?
Avanza dal pomeriggio solo una fetta d’arancia
– mordila nella mia bocca senza chiedere.
No, non dirmi chi sei né per che cosa vieni.
Decido io.

 

 

 

 "Questa mattina il sole è passato improvvisamente dall’altra parte della via - sono così in ombra le case quando di loro si perde il nome di qualcuno, così scuri i cuori di quelli che restano là dentro per abitare il dolore."
  

 

"Non ho mai saputo il tuo nome. Entrasti un pomeriggio,
per sbaglio, a domandare se ero io un’altra persona –
un sole che improvvisamente aggiungeva calce ai muri,
un incendio capace di divorare il cuore del mondo.
Non ti mentii: mi alzai e ti condussi alla porta giusta
come un veliero trascina i sogni in mare; ma,
prima di lasciarti, ti dissi ancora che in quel pomeriggio
mi sarebbe piaciuto molto chiamarmi un’altra cosa – o
essere un gatto, per poter avere più di una vita".

 

 

 

 

 

 

 

Leggi i commenti

Condividi post
Repost0
3 dicembre 2016 6 03 /12 /dicembre /2016 19:07

 

 La luna veglia

tra le onde del mare

- non sono sola.

 

 

# Haiku

 Mille colori 

avvolgono il bosco 

come una festa.

 

 

 

# Haiku

 Sorge la luna

colma di tenerezza

- dolce emozione.

 

 

# Haiku

Onde e schiuma

flagellano la riva

- giorno funesto.

 

 

 

Sera velata

nel silenzio acceso

- inquietudine.

 

 

Condividi post
Repost0
29 novembre 2016 2 29 /11 /novembre /2016 08:10

 

 

 

VOGLIO ESSERE UNA TURISTA NELLA CITTA' DELLA MIA VITA

 

Kapka kassabova 

 

La mia vita la immagino come una città:
da qualche parte nel terzo mondo, o forse nel secondo.
E voglio essere una turista,
nella città della mia vita.

Voglio passeggiare in shorts e un cappello da baseball, con le mappe giuste e una macchina fotografica al collo.
Voglio scoprire cose per la prima volta.
Oh guarda, sono state messe lì apposta per me!

Voglio una stanza con tende un po’ ammuffite.
Dalla finestra, una vista su discariche e marmaglia.
Voglio stare male per il cibo straniero, voglio traffico e polvere,
il sibilo della miseria altrui.

Lasciatemi essere una turista nella città della mia vita.
Datemi una tazza di caffè a prezzi da rapina in piazza,
lasciatemi visitare in fretta il mausoleo del passato
e fotografare la sua mummia,

datemi le fogne a cielo aperto, i sogni capovolti,
la gioia delle rovine, i lebbrosi, i cani randagi,
fatemi dei segni in una lingua che non conosco e che non dovrò imparare. 

Prendete i miei soldi e lasciatemi andare.

 

 


 

Condividi post
Repost0
24 novembre 2016 4 24 /11 /novembre /2016 10:14

 

 

LETTERA DI UN AMORE FINITO

 

 

 

Un amore può finire, ma un ex è per sempre.

 

Le storie d'amore possono finire, ma, ovviamente, non è  così, sarebbe  più  corretto  dire che  è  l'amore  a finire. In realtà  la fine di un sentimento con qualcuno con cui abbiamo  condiviso  parte della  nostra vita non  terminerà  mai, la storia va avanti  anche se l'amore  si è  concluso, va avanti  nella mente  di  entrambi. 

Tuttavia, la relazione passata rappresenta un valore emotivo, un "curriculum emotivo" che si porterà per sempre, indipendentemente dal modo in cui ciascuno condurrà la propria vita e da quanti altri nuovi amori si possa incontrare.

 

 

Cara Nancy,
c’è un giorno che ricordo bene. Dev’essere stato a fine dicembre o gennaio, di sicuro durante le vacanze di Natale. Faceva molto freddo, e noi ci eravamo incontrati per caso in uno dei corridoi vuoti dell’università. Abbiamo deciso di uscire insieme. Volevi lasciare qualcosa a casa, io anche; volevi comprare una maglia; ho chiesto se potevo accompagnarti. Siamo passati prima a casa dei tuoi. Ti sei cambiata, hai dato da mangiare al gatto, hai messo su della musica. Ci siamo seduti per terra, su un tappeto. Vicini, ma non abbastanza... Poi ancora in metropolitana, a casa dei miei; volevo posare dei libri. Il concierge ci ha visto entrare; mi ha strizzato l’occhio, io ho fatto finta di non vederlo. In casa eravamo soli, mi hai chiesto se potevi avere un bicchier d’acqua. Te l’ho portato. Volevo baciarti allora, sai. Ma non ero sicuro che lo volessi anche tu. Ti ho fatto vedere la mia camera, il mio letto, che era rimasto sfatto; ti sei seduta sopra, ma anche allora non ero sicuro che tu quel bacio tu lo volessi davvero. Ti sei avvicinata alla mia scrivania, guardavi tra le mie cose, le mie penne; mi hai detto che ti piaceva tanto la mia Pelikan. Te l’ho regalata. Poi siamo usciti ancora, verso Broadway, abbiamo pranzato insieme. Siamo stati insieme tutto il giorno; eppure, quando ti ho riaccompagnato a casa la sera, neppure allora ci siamo baciati.
Qualcosa è successo - o non è successo - quel giorno. Qualcosa ha fatto sì che tu non mi abbia più voluto vedere. Mi dicevi che mi avresti chiamato, e poi non chiamavi. Ci ho provato io, un paio di volte. Poi ho smesso. Come sarebbe cambiata la nostra vita, se fosse successo qualcosa quel giorno, a casa dei miei o a casa dei tuoi? Non lo so, non posso saperlo. Ma so che in qualche modo sono ancora innamorato di te, così come lo ero in quel freddo giorno d’inverno.
So anche un’altra cosa. Da allora ho capito che non avrei mai avuto il coraggio di fare il primo passo con una donna. Ogni volta che incontravo una ragazza che mi piaceva, inconsciamente ripensavo a quella giornata di freddo, noi due a casa dei tuoi, e poi a casa mia. Il tappeto, la musica, il gatto, il bicchier d’acqua, il letto sfatto, la voglia terribile di baciarti insieme alla terribile sensazione di disprezzo per non avere il coraggio di farlo.
Qualche mese fa ti ho cercato su Facebook. C’eri. Ti ho riconosciuto subito. Anche se avevi troppo rossetto, anche se i tuoi capelli ormai sono bianchi. Del resto, sono passati cinquant’anni. Mezzo secolo fa. E io sono ancora quel ragazzo di diciassette anni che non ha il coraggio di chiamarti.

André Aciman 

 

 

 

Leggi i commenti

Condividi post
Repost0

Presentazione

Profilo

  • mondodiverso
  •  
 
--- La pittura è una poesia che si vede e non si sente, 
e la poesia è una pittura che si sente e non si vede.
(Leonardo da Vinci)
  • --- La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede. (Leonardo da Vinci)

                                                                    

 

 Sul mio cuore, poesia, cammina lentamente,
lenta come l’erica delle paludi,
come un uccello plana sul ghiaccio notturno.
Se frangi la crosta di questa mia pena
Potresti annegare, poesia.


Olav H. Hauge  
 
 
 
                                           5Gd_q2Uv210---Copia.jpg                                 
   
    
 Questa strada ha un cuore.
Per me c'è solo un viaggio
su strade che hanno un cuore.
Là io voglio andare
è l' unica sfida che valga la pena.
     
   

 

Articoli Recenti