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30 agosto 2016 2 30 /08 /agosto /2016 09:10

San Martino del Carso

 

Di queste case

non è rimasto

che qualche

brandello di muro

 

Di tanti

che mi corrispondevano

non è rimasto

neppure tanto

 

Ma nel cuore

nessuna croce manca

 

È il mio cuore

il paese più straziato

 

Giuseppe Ungaretti

 

 

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Le soffrenze dell'animo sono più profonde di quelle del corpo.

 

Publilio Siro

 

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Edvard Munch - L'urlo, 1885

Edvard Munch - L'urlo, 1885

 

 

 

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30 agosto 2016 2 30 /08 /agosto /2016 08:06

 

 

TIMIDEZZA

 

Pablo Neruda

 


Appena seppi, solamente, che esistevo

e che avrei potuto essere, continuare,

ebbi paura di ciò, della vita,

desiderai che non mi vedessero,

che non si conoscesse la mia esistenza.

Divenni magro, pallido, assente,

non volli parlare perché non potessero

riconoscere la mia voce, non volli vedere

perché non mi vedessero,

camminando, mi strinsi contro il muro

come un’ombra che scivoli via.

Mi sarei vestito

di tegole rosse, di fumo,

per restare lì, ma invisibile,

essere presente in tutto, ma lungi,

conservare la mia identità oscura,

legata al ritmo della primavera.

 

 

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21 agosto 2016 7 21 /08 /agosto /2016 14:03

 

HAIKU

 

 Occhi di fiamme

accendono la notte -

terra inquieta.

 

 

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21 agosto 2016 7 21 /08 /agosto /2016 13:14

 

"Pensi ancora a lei?"

"Mi capita", rispose Arthur.

"Spesso?"

"Un po’ la mattina, un po’ a mezzogiorno, un po’ la sera, un po’ la notte".

 

 

Marc Levy

 

 

 

Verrà la luna

è già apparsa

un po'!

Ma eccola sospesa

piena nell'aria.

Deve essere Dio

che con un meraviglioso

cucchiaio d'argento

Rimesta la zuppa di pesce stellare.

 

 

Vladimir Vladimirovic Majakovskij

 

 

 

Ci sono mani che ti restano addosso.

 

Profumi che camminano dentro.

Occhi che ti rubano tutto.

Silenzi che ti tolgono il respiro.

 



Angelo De Pascalis

 

 

 

 

Quelle come me regalano sogni

anche a costo

di rimanere prive.

 

 

Alda Merini 

 

 

 

 

Arriva un momento della vita in cui ti accorgi per cosa vale veramente

la pena e per che cosa no.

Ti accorgi chi sono le persone vere e chi no.

Ti accorgi chi è stato importante, chi ti ha voluto bene... perché c'è

sempre il momento in cui tiri le somme e volti pagina.

Il momento in cui continui a camminare per la tua strada e

nel frattempo cambi via.

Non tutte le strade sono sempre dritte.

Durante il percorso troverai qualche buca,

qualcuno che ti ostacolerà, qualcosa dietro l'angolo.

La strada della tua vita la spianerai da solo, pian piano camminando,

e nel tragitto non smetterai mai di imparare.

 


Alessandro Baricco 

 

 

 

 

Quando lei lo baciò, disse:

Amore, non farmi male

Non farmi soffrire

Ho fatto un sogno: tu c’eri

[..]

Quando lui la baciò,

si sbagliava

Forse mentiva.

 

 

Baustelle 

 

 

 

 

Quando siamo troppo allegri, in realtà siamo infelici.

Quando parliamo troppo, in realtà siamo a disagio.

Quando urliamo, in realtà abbiamo paura.

In realtà…la realtà non è quasi mai come appare.

 


Virginia Woolf

 

 

 

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20 agosto 2016 6 20 /08 /agosto /2016 09:54

 

 

 Sicilia, istantanee di vita

Ho conosciuto la piena bellezza,

lo splendore nobile e pacifico

della luce, pura e immensa.

 

 

 Sicilia, istantanee di vita

Apro le vele e mi lascio trasportare dal vento.

 

 

 Sicilia, istantanee di vita

 

Perché l’isola? Perché è il punto dove io mi isolo, dove sono solo: è un punto separato

dal resto del mondo, non perché lo sia  in  realtà, ma  perché  nel mio  stato  d’animo

posso separarmene.


- Giuseppe Ungaretti -

 

 

 Sicilia, istantanee di vita

"Ci sono profumi che camminano dentro.

Occhi che ti rubano tutto.

Silenzi che ti tolgono il respiro."

- Angelo De Pascalis - 

 

 

 Sicilia, istantanee di vita

Dolce sogno di un giorno d'estate. 

 

 

 Sicilia, istantanee di vita

Non vi è un fanciullo, non un uomo forse, che non abbia in fondo sognato di essere un

Robinson, e, se non di vivere solitario in un’isola deserta, almeno di rifare lui stesso,

ripartendo dalla fonte, i propri alimenti e i propri abiti.


- Maxence Van der Meersch -

 

 

 Sicilia, istantanee di vita

Meravigliosamente dall'alto domino l'universo,

tutt'intorno è silenzio quasi irreale. 

 

 

 Sicilia, istantanee di vita

Prerompente bellezza baciata dal sole 

 

 

 Sicilia, istantanee di vita

La prua della barca taglia in due il mare

ma il mare si riunisce e rimane sempre uguale

e tra un greco, un normanno, un bizantino

io son rimasto comunque siciliano.


- Lucio Dalla -

 

 Sicilia, istantanee di vita

Seduta, guardo la scia intenta al gioco dell'onda
che lieve corre verso la spiaggia lontana. 

 

 

 Sicilia, istantanee di vita

Sicilia: baciata dal sole, terra di fuoco che arde dentro le sue viscere

Sicilia: tripudio di colori e di sapori

Sicilia: terra da amare.

 

 

 Sicilia, istantanee di vita

Isole che ho abitato
verdi su mari immobili
D’alghe arse, di fossili marini
e spiagge ove corrono in amore
cavalli di luna e di vulcani.


- Salvatore Quasimodo -

 

 

 Sicilia, istantanee di vita

Lungo il sentiero serpeggiante, come un abbraccio caldo e rassicurante, mi lascio

avvolgere da un'atmosfera magica, fatta di intensi profumi ed emozioni uniche.

 

 

 Sicilia, istantanee di vita

La notte non è mai così nera come prima dell'alba

ma poi l'alba sorge sempre a cancellare il buio della notte.

 

 

 Sicilia, istantanee di vita

Gli uomini e le donne della Sicilia sono temprati da una vita dura, da una realtà che appartiene loro totalmente, con le sue regole, le sue etiche, la forza propria di chi ha imparato a sopravvivere. 

 

 

 Sicilia, istantanee di vita

Addio Sicilia, io vado via.

 

 

 

Poesia in musica

 

 

 

,

 

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3 agosto 2016 3 03 /08 /agosto /2016 12:42

 

 

Pier Paolo Pasolini

 

 Nato nel 1922 a Bologna, dove si laureò nel 1945, Pier Paolo Pasolini si dedicò al giornalismo, alla poesia, alla narrativa e infine al cinema, come sceneggiatore regista. La sua opera si inserisce nel panorama letterario italiano che seguì alla crisi del Neorealismo, del quale egli non condivideva la visione del futuro. Polemico accusatore della mancanza di valori della borghesia italiana e della moderna società tecnologica, aderì al marxismo, ma conservò un forte attaccamento alla spiritualità cristiana e alla purezza dell'antico mondo contadino. Per tutta la vita visse in maniera drammatica il contrasto fra le due posizioni. La letteratura era per lui un mezzo di denuncia, con cui mise a fuoco, in particolare, le drammatiche condizioni di vita nelle periferie romane.

Morì a Roma nel 1975, assassinato da un ragazzo di borgata. 

 

 

  Riccetto e la rondine

 

 

    

 

 L'episodio è tratto dal romanzo "Ragazzi di vita" scritto nel 1955, e ha per soggetto la vita nelle borgate romane. Il sottoproletariato viene presentato come un insieme di ladri, prostitute, delinquenti e sbruffoni, animati tuttavia da un'intatta carica di umanità e dal desiderio di vivere un'esistenza libera e fuori delle regole.

 

 

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Quando la riva del Ciriola era investita dal sole, altrettanto questa era piena di un'ombra grigia e fiacca: sopra gli scoglietti neri, coperti di due dita di grasso crescevano sterpaglie e piccoli rovi verdi, e l'acqua qua e là, ristagnava piena di rifiuti che si muovevano appena. Finalmente la toccarono, rasentando gli scogli, e siccome lì non c'era corrente, Marcello ce la fece a spingere la barca in su verso Ponte Sisto. Però il remo a macina, così, andava a intruppare contro gli scogli, e Marcello era tutto occupato a maneggiarlo in modo che non si spezzasse o gli scivolasse via sull'acqua - ANNAMMO IN MEZZO, E CCHE E' - ripeteva il Riccetto senza badare per niente agli sforzi di Marcello. gli piaceva d'andare al centro del fiume per sentirsi proprio in mezzo all'acqua, al largo, e gli faceva rabbia che alzando appena un po' gli occhi si vedesse lì a due passi Ponte Sisto grigio contro lo specchio sbarbagliante dell'acqua, e il Gianicolo, e il Cupolone di San Pietro, grosso e bianco come un nuvolone. Arrivarono piano piano sotto Ponte Sisto: lì, sotto il pilone di destra, il fiume s'allargava e stagnava, profondo, verde e sporco. Siccome in quel punto non c'era pericolo d'essere portati via dalla corrente, Agnolo volle provare a remare lui; ma col cavolo che ce la faceva: i remi sbattevano in aria oppure colpivano l'acqua facendo certi schizzi che riempivano tutta la barca - VAFFAN...- gridava il Riccetto, indignato, mentre Marcello, morto di stanchezza, s'era sbragato lungo sulle due dita d'acqua tiepida ch'empiva lo scafo. [...] Intanto Agnolo continuava a sderenarsi a remare senza che la barca andasse avanti di un centimetro. Sull'altro pilone, a sinistra, c'erano degli altri FIJI DE BONA DONNA: stavano distesi tra le scanellature della pietra, come lucertoloni a prendersi il sole mezzi appennicati. Le grida dei ragazzini lì risvegliarono. S'alzarono in piedi tutti bianchi di polvere, e si radunarono sull'orlo del pilone verso la barca - A BARCAROLIII - uno gridava - ASPETTATECE! - MO CHE VOLE QUELLO? - fece insospettito il Riccetto. Un secondo si arrampicò per gli anelli fino a metà pilone, e con un urlo, fece il  caposotto: gli altri si tuffarono da dove si trovavano, e tutti cominciarono a attraversare nuotando a mezzo braccetto il fiume. Dopi pochi minuti erano lì coi capelli sugli occhi, le facce paragule e le mani strette ai bordi della barca. - CHE VOLETE? - fece Marcello. - VENI N BARCA - fecero quelli - PERCHE', NUN CE VORRESTI ? - Erano tutti più grossi e gli altri si dovettero tenere la cica. Salirono, e senza perdere tempo uno disse a Agnolo: - DA' - e gli prese i remi . - ANNAMMO DE LA' DER PONTE- aggiunse, guardando fisso Agnolo negli occhi come per dirgli "TE VA BEEENE?" - ANNAMMO DE LA' DER PONTE - disse Agnolo. Subito quello si mise a remare a tutta calura: ma sotto il pilone la corrente era più forte, e la barca era carica. Per fare quei pochi metri ci volle più di un quarto d'ora. BORGO ANTICO DAI TETTI GRIGI SOTTO CIELO OPACO IO T'INVOCO... Così  cantavano i quattro di vicolo del Bologna, sbragati sulla barca, a voce più alta che ponevano per farsi sentire dai passanti di Ponte Sisto e dei lungoteverini. La barca, troppo piena, andava avanti affondando nell'acqua fino all'orlo. Il Riccetto continuava a starsene disteso, senza dar retta ai nuovi venuti, ammussato, sul fondo allagato della barca, con la testa appena fuori dal bordo: e continuava sempre a far finta di essere al largo, fuori dalla vista della terraferma. - ECCO LI PIRATA! - gridava con le mani a imbuto sulla sua vecchia faccia di ladro uno dei trasteverini, in piedi in pizzo alla barca: gli altri continuavano scatenati a cantare. A un tratto il Riccetto si rivoltò su un gomito, per osservare meglio qualcosa che aveva attratto la sua attenzione, sul pelo dell'acqua, quasi sotto le arcate di Ponte Sisto. Non riusciva a capire bene che fosse. L'acqua tremolava, in quel punto, facendo tanti piccoli cerchi come se fosse sciacquata da una mano: e difatti nel centro vi si scorgeva come un piccolo straccio nero. - CHE D'E'? - disse il Riccetto. Tutti guardarono da quella parte, nello specchio d'acqua ferma, sotto l'ultima arcata. - E' NA RONDINE, VAFFAN... - disse Marcello. Ce n'erano tante di rondinelle, che volavano rasente i muraglioni, sotto gli archi del ponte, sul fiume aperto, sfiorando l'acqua con il petto. La corrente aveva ritrascinato un poco la barca indietro, e si vide infatti ch'era proprio una rondinella che stava affogando. Sbatteva le ali, zompava. Il Riccetto era ginocchioni sull'orlo della barca, tutto proteso in avanti. - A STRONZO, NUN VEDI CHE CE FAI ROVESCIA'? -  gli disse Agnolo. - AN VEDI - gridava il Riccetto - AFFOGA! - Quello dei trasteverini che remava restò coi remi alzati sull'acqua e la corrente spingeva piano la barca indietro verso il punto dove la rondine si stava sbattendo. Però dopo perdette la pazienza e ricominciò a remare, - AOH, A MORO - gli gridò il Riccetto - CHI T'HA DETTO DI REMA'? - Il Riccetto guardò verso la rondine, che si agitava ancora. Poi senza dir niente si buttò in acqua e cominciò a nuotare verso di lei. Gli altri si misero a ridere e a gridargli dietro: ma quello dei remi continuava a remare contro corrente, dalla parte opposta. Il Riccetto s'allontanava trascinato forte dall'acqua: lo videro che rimpiccioliva, che arrivava a bracciate fin vicino alla rondine, sullo specchio d'acqua stagnante, e che tentava d'acchiapparla. - A RICCETTOOO - gridava Marcello con quanto fiato aveva in gola - PERCHE' NUN LA PIJI ? - LI MORTACCI TUA - gridò ridendo Marcello. Il Riccetto cercava di acchiappare la rondine, che gli scappava sbattendo le ali e tutti e due ormai erano trascinati dalla corrente - A RICCETTO - gli gridarono i compagni della barca - E LASSALA PERDE! - Ma in quel momento il Riccetto s'era deciso ad acchiapparla e nuotava con una mano verso riva. - TORNAMO INDIETRO, DAJE - disse Marcello a quello che remava. Girarono. Il Riccetto li aspettava seduto sull'erba della riva, con la rondine tra le mani. - E CHE L'HAI SARVATA AFFA' - gli disse Marcello - ERA COSI' BELLO VEDELLA CHE SE MORIVA1 - Il Riccetto non gli rispose subito. - E' TUTTA FRACICA - disse dopo un po' - ASPETTAMO CHE SI ASCIUGHI! - Ci volle poco perchè si asciugasse: dopo cinque minuti era là che rivolava tra le compagne, sopra il Tevere, il Riccetto ormai non la distingueva più dalle altre.  

 

 

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29 luglio 2016 5 29 /07 /luglio /2016 20:26

 

 

La bellezza colpisce gli occhi

la dolcezza affascina l'anima.

 

Cum lenitate asperitas - Le difficoltà vanno trattate con dolcezza.

 

Motto di Gabriele D'Annunzio

 

 

Del color non dipende

Degli occhi la bellezza

Ma sol dalla dolcezza

Vhe da lor piove e scende.

 

Vincenzo Monti

 

 

 Dolcezza è una carezza inaspettata...

Una frase gentile,

Un sorriso dal cuore.

Dolcezza è la risata di un bimbo,  

la voce soave di una donna...

Non è un trucco pesante

o un vestito sgargiante!

E' un naturale modo d'essere...

E' un uomo che si commuove

dinanzi a  una sofferenza  .

Dolcezza è...tenerezza. 

 

Erich Fromm

 

 

  Io vivere vorrei addormentato dentro il dolce sapore della vita.

 

Sandro Penna     

 

 

Lo sfavillio del suo sguardo splendente
E quel seno, terrestre paradiso.

Mai più felice sarà la vista mia,
Ché ha perso il visibile ogni sapore:
Perduto è il piacere della poesia,
L'ammirazione per il classico nitore.

Sapesse lei come batte il mio cuore,
Con un sorriso ne lenirebbe la pena,
E sollevato ne sentirei la dolcezza,
La gioia, mescolata col dolore.

Come un toscano perduto in Lapponia,
Tra le nevi, pensa al suo dolce Arno,
Così sarà lei per me in eterno
L'aura della mia memoria.

 

John Keats

 

 

 

 

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28 luglio 2016 4 28 /07 /luglio /2016 19:04

 

 

SIAMO DEFINITIVAMENTE L’ISTANTE CHE NON MUORE

 

Alejandro Jodorowsky

 

 

Corro portando tra le mani come un carbone acceso

l’istante che agonizza. Insieme a me se ne vanno le stelle

e questo mulinello di materia intorno al niente.

Con i palmi ardenti ho trasportato il gioiello dal remoto

per offrirtelo come uno specchio: quello che vedi non è il tuo viso

ma un fiume in piena che si porta tutte le anime

tranne la tua e la mia. Il nostro incontro ci ha lasciato fuori

dallo spazio, dal tempo e da noi stessi.

Siamo definitivamente l’istante che non muore.

 

 

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27 luglio 2016 3 27 /07 /luglio /2016 11:50

 

 

I Comandamenti dell'Amore Cortese

 

 

 

Andrea Cappellano elenca "I Comandamenti d'Amore" e descrive la sua

idea del vero amore che per lui si realizza sempre fuori dal matrimonio. 

 

(1174-1204)

 

 

 

Il pianista di W. Szpilman

 

 

E sappi che i dodici principali comandamenti d'amore sono i seguenti:

 

1 - Fuggi come peste nociva l'avidità e ricerca il suo contrario.

2 - Conserva la castità per l'amante.

3 - Non cercare volutamente di turbare la donna legata all'amore di un altro.

4 - Non scegliere l'amore di quella donna con la quale il naturale pudore ti

impedisce di contrarre nozze.

5 - Ricordati di evitare soprattutto le menzogne.

6 - Non confidare il tuo amore a troppe persone.

7 - Segui gli insegnamenti delle donne e legati sempre alla cavalleria d'amore.

8 - Nel dare e nel ricevere piaceri d'amore mai deve mancare il senso di pudore.

9 - Non essere maldicente.

10 - Non spubblicare gli amanti.

11 - Sii sempre cortese e civile.

12 - Nei piaceri d'amore non sopraffare la volontà dell'amante.

 

[...]

 

Ammetto, ed è vero, che vostro  marito è  molto gentile e  più di tutti al mondo  è  privilegiato  dalla gioia  della beatitudine,  poichè  meritò  di  avere  i  piaceri della vostra  nobile  persona. Però  mi meraviglio  molto che  all'affetto  coniugale, che tutti i coniugi con il vincolo del matrimonio sono tenuti  a  scambiarsi,  voi volete dare impropriamente  il  nome d'amore, quando  invece si sa che tra marito  e  moglie l'amore non può avere luogo. E pure ammettendo che siano legati da grande e  smisurato  affetto, tuttavia  il loro non può  prendere il posto dell'amore  giacchè non  può  essere inteso  in  base  alla vera definizione d'amore. Che altro è l'amore se non smisurato e con cupiscente desiderio di abbracci furtivi e nascosti?  Ma  quale  abbraccio  furtivo, per  favore, può esserci tra coniugi, quando  si dice che  l'uno possiede l'altro   e  senza  paura  di  rifiuto  entrambi possono soddisfare tutti i desideri e le voglie che hanno? Persino l'importantissima legge dei principi insegna che nessuno può usare una sua  propria cosa con piacere furtivo. E  non  vi sembri assurda la mia affermazione che, sebbene le persone sposate  siano unite da profondissimo affetto  d'amore, tuttavia il loro affetto non può fare le  veci d'amore,  perchè  vediamo che la stessa  accade  nella amicizia. Anche se padre e figlio si amano più di tutti di reciproco amore, tuttavia tra loro c'è  vera amicizia perchè, secondo le parole  di Cicerone, è soltanto la consanguineità che  mantiene tra  loro l'affetto d'amore. Tra il grandissimo  amore degli sposi e il legame degli amanti corre dunque tanta differenza quanta ne  corre tra il reciproco amore di padre  e figlio  e la saldissima  amicizia  di  due uomini, e come lì non si dice c'è amore, così qui non si dice che c'è amicizia. Perciò vedete bene che  amore non può avere assolutamente spazio  tra coniugi, e addirittura ha annullato i suoi privilegi. Ma  c'è  un'altra  ragione  che  impedisce  l'amore tra i  coniugi,  poichè  la sostanza d'amore, e cioè la gelosia, senza la quale non può esserci vero amore, è assolutamente riprovevole tra coniugi che devono  scacciarla come peste  nociva, mentre  gli  amanti devono  sempre  abbracciarla come madre e nutrice  d'amore. Ne consegue che tra voi e vostro marito non può esserci amore. Pertanto, poichè a ogni donna gentile conviene amare saggiamente, senza offesa potete accogliere le preghiere di chi chiede amore e dare amore a chi lo chiede.

 

(da A. Cappellano, De Amore, Milano, Es, 1992 )

 

 

 

L'autore di questo testo  viene  identificato  dagli studiosi  con  Andrea di Luyères, cappellano della contessa Maria  di Champagne, contessa di  Fiandra tra il 1173 e il 1204;  su di  lui non  ci  sono notizie certe, se non che fu in contatto con molte  corti  europee e viaggiò soprattutto nell'Inghilterra normanna. In ogni caso, il "De Amore" è composto in latino, forse a Parigi, intorno al 1185. Si tratta del testo fondamentale dell'erotismo medievale. In particolare, protagonisti dell'opera  è Gualtiero (in cui l'autore si identifica) che viene definito " maestro d'amore ", che dialoga con quattro dame: Maria de Champagne, Eleonora d'Aquitania, Isabella  di Fiandra  ed  Ermengarda di Narbona. I primi  due  libri  descrivono  le  caratteristiche  dell'amore  perfetto  secondo  il modello cortese e offrono una serie di norme di comportamento (elencate sotto forma di comandamenti) che il perfetto amante deve seguire. Il terzo libro, in modo quasi  contraddittorio, esprime  invece un rifiuto netto dell'amore.  Il "De Amore" ebbe subito un'enorme diffusione  e, nonostante  la  condanna  del vescovo di Parigi nel 1277,  ebbe grande fortuna in Europa fino a tutto il Trecento.

 

 

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24 luglio 2016 7 24 /07 /luglio /2016 15:13

 

 

                               
   
   
La favola d'Amore - Eros Ramazzotti

 

 

 

 

 

     

 

Le metamorfosi di Pictor  

 

      Favola d'Amore        

 

 

Appena giunto in Paradiso Pictor  si  trovò   dinnanzi   ad  un  albero  che  era insieme   uomo e  donna.  Pictor  salutò   l’albero  con   riverenza  e  chiese  “Sei tu  l’albero  della  vita?”…E  di  nuovo, vide un  albero che era  insieme   sole  e luna. Pictor  chiese  “Sei  tu  l’albero  della  vita?”. Il sole  annuì   e   rise,  la  luna  annuì  e  sorrise. Fiori  meravigliosi  lo  guardavano,  con  una  moltitudine  di  colori e di luminosi sorrisi…Tra  tutti questi fiori stava Pictor,  pieno  di  struggimento e di gioia inquieta. Il suo  cuore, quasi  fosse  una campana, batteva forte, batteva tanto;  il suo desiderio  ardeva verso l’ignoto, verso il magicamente  prefigurato.  Pictor scorse un uccello sull’erba posato e di luminosi colori cammantato e gli chiese "Dov’è dunque la felicità ?”. “La felicità?…la felicità amico, è ovunque, sui  monti  e nelle valli, nei fiori e nei cristalli”…con queste parole l’uccello spensierato  scosse le  sue piume,  allungò  il collo, agitò la coda, socchiuse gli occhi, rimase fermo  immobile  seduto   nell’ erba ed ecco: l’uccello era  diventato  un   fiore  variopinto…Pictor  temette  di vedere  svanire   la  sua fortuna,  rapido disse la parola e si trasformò in un albero. Penetrò  con  le radici nella terra, si allungò verso  l’alto,  foglie  e rami germogliarono dalle sue membra…Era molto contento...Passarono molti  anni prima che si accorgesse che la sua felicità non era perfetta… Lentamente imparò a guardare con  occhi d’albero...e divenne triste. Vide infatti che attorno  a  lui  tutti si  trasformavano  spesso… lui  invece  rimaneva sempre lo stesso…Un  bel giorno,  una   fanciulla  dai capelli biondi e dalla veste azzurra si perse in quella parte del  Paradiso...Correva tra gli alberi e prima di allora non aveva mai pensato al dono della trasformazione. Quando l’albero Pictor scorse la fanciulla, gli prese  un grande struggimento, un desiderio di  felicità come  non  gli era  ancora mai accaduto e, allo stesso tempo si trovò preso in una profonda  meditazione,  perché era come  se  il suo stesso sangue  gli  gridasse

"RITORNA IN TE! RICORDATI DI QUESTA ORA, IN TUTTA LA TUA VITA, RITROVANE IL SENSO, ALTRIMENTI SARA' TROPPO TARDI E NON TI SARA' PIU' DATA ALCUNA FELICITA' ".

La fanciulla udì un fruscio tra  le foglie dell’albero Pictor, alzò lo sguardo e sentì, con un  improvviso dolore al cuore, nuovi pensieri, nuovi desideri,nuovi sogni muoversi dentro  di lei. Attratta dalla  forza sconosciuta si sedette  sotto l’albero. Esso gli appariva solitario e triste, e in questo bello, commovente e nobile nella sua tristezza. Era incantata dalla canzone che sussurrava lieve la sua chioma. Si appoggiò al suo tronco ruvido, sentì l'albero rabbrividire profondamente, sentì lo stesso brivido nel proprio cuore. 

IL SUO CUORE ERA STRANAMENTE  DOLENTE. NEL CIELO DELLA SUA ANIMA SCORREVANO  NUVOLE. DAI   SUOI  OCCHI  CADEVANO LENTAMENTE PESANTI LACRIME.  COSA STAVA SUCCEDENDO? PERCHÉ DOVEVA SOFFRIRE COSÌ? PERCHÉ IL SUO CUORE VOLEVA SPACCARE  IL  PETTO E ANDARE  A FONDERSI CON LUI, CON IL BEL SOLITARIO? L'ALBERO TREMO' SILENZIOSO FIN NELLE RADICI E TANTO INTENSAMENTE RACCOGLIEVA IN SE' OGNI FORZA VITALE, PROTESO VERSO LA FANCIULLA IN UN ARDENTE DESIDERIO DI UNIONE...

Venne  volando  un uccello  rosso  e verde, la  fanciulla vide  cadere  dal becco  qualcosa   che   brillò rosso come sangue… era un rubino ... la fanciulla  si chinò e sollevò quel rossore...Immediatamente  si  avverò  il sogno  che  le  aveva  riempito  il cuore. La  bella fu presa,  svanì  e divenne  tutt'uno  con  l’albero. Si affacciò  dal  suo  tronco, come un robusto  giovane  ramo,  che  rapido si innalzò   verso di   lui.  Ora  tutto era  a posto, il mondo  era in ordine, solo  ora  era  stato  trovato  il Paradiso.  Pictor   non era  più  un vecchio albero intristito, ora cantava forte  vittoria.  

Era trasformato... 

E  poiché  questa  volta aveva raggiunto la vera, l'eterna trasformazione,   poiché  da  una   metà   era  diventato  un  tutto,  da  quell’istante  potè continuare a  trasformarsi, tanto  quanto  voleva… in   ogni  forma  però  era   intero,  era   una “coppia”,   aveva   in   sé  luna  e   sole,  uomo   e donna,   scorreva    come  fiume gemello  per  le  terre, stava  come  stella doppia in cielo.

 

 

 

 

 Favola d'amore è... un sogno per volare alto! 

 

 

 

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--- La pittura è una poesia che si vede e non si sente, 
e la poesia è una pittura che si sente e non si vede.
(Leonardo da Vinci)
  • --- La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede. (Leonardo da Vinci)

                                                                    

 

 Sul mio cuore, poesia, cammina lentamente,
lenta come l’erica delle paludi,
come un uccello plana sul ghiaccio notturno.
Se frangi la crosta di questa mia pena
Potresti annegare, poesia.


Olav H. Hauge  
 
 
 
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 Questa strada ha un cuore.
Per me c'è solo un viaggio
su strade che hanno un cuore.
Là io voglio andare
è l' unica sfida che valga la pena.
     
   

 

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