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10 giugno 2016 5 10 /06 /giugno /2016 16:11
Le Farfalle non vivono nel ghetto... Pavel Friedann

.

La Farfalla

 

L’ultima, proprio l’ultima,

di un giallo così intenso, così

assolutamente giallo,

come una lacrima di sole quando cade

sopra una goccia bianca

– così gialla, così gialla! -

l’ultima,

volava in alto leggera,

aleggiava sicura

per baciare il suo ultimo mondo.

Tra qualche giorno

sarà già la mia settima settimana

di ghetto:

i miei mi hanno ritrovato qui

e qui mi chiamano i fiori di ruta

e il bianco candeliere del castagno

nel cortile.

Ma qui non ho visto nessuna farfalla.

Quella dell’altra volta fu l’ultima:

le farfalle non vivono nel ghetto.

 

 

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10 giugno 2016 5 10 /06 /giugno /2016 13:01

,

Haiku

 

Arde il sole

dopo duro lavoro

- grande bevuta.

 

 

.

LAVANDARE



Nel campo mezzo grigio e mezzo nero

Resta un aratro, senza buoi, che pare

Dimenticato, tra il vapor leggero.

 

E cadenzato dalla gora viene

Lo sciabordare delle lavandare

Con tonfi spessi e lunghe cantilene:

 

Il vento soffia e nevica la frasca

E tu non torni ancora al tuo paese!

Quando partisti come son rimasta!

 

Come l’aratro in mezzo alla maggese.

 

Giovanni Pascoli 

 

 

.

Jean-Francois Millet, Honoré Daumier MILLET (1814-1875), pittore paesaggista della  scuola di Barbizon, descrisse la fatica del lavoro nei campi con l’intento  di denunciarne gli  stenti.  Ne, Le Spigolatrici, 1857, tre donne, curve, raccolgono le spighe sfuggite  alla mietitura, mentre alle loro spalle la luce del sole  illumina  il giorno. Nascondono  i volti  stanchi  e sudati per la fatica  della  giornata e per il sole cuocente  sulle  loro  teste, le  loro  vesti sono  sporche  e logorate, le loro mani gonfie e nodose, così Millet denuncia la vita dura a cui era  sottopostala classe contadina.

 

 

.

 

IL SOGNO CONTADINO

 

Nella notte scrosciò, venne dirotta

la pioggia, a strisce stridule, infinite:

e il tuono rotolò da grotta a grotta.

Egli, il capoccia, avvolto nel suo

mite, tacito sonno, non udiva.

Udiva nascere l'erba. Vide le pipite verdi.

Il grano sfronzò, quindi accestiva.

Nevicava in suo sogno, a fiocco a fiocco;

candido il monte, candida la riva.

No, quel bianco eran fiori d'albicocco e di susino,

e l'ape uscia dal bugno ronzando,

e il grano già facea lo stocco.

Anzi, graniva; ch'era già di giugno.

La cicala friniva su gli ornelli.

Egli l'udiva, con la falce in pugno.

L'acqua scendeva stridula a ruscelli.

 

Giovanni Pascoli

 

 

ARANO

 

Al campo, dove roggio nel filare
qualche pampano brilla, e dalle fratte
sembra la nebbia mattinal fumare,

arano: a lente grida, uno le lente
vacche spinge; altri semina; un ribatte
le porche con sua marra pazïente;

 

ché il passero saputo in cor già gode,
e il tutto spia dai rami irti del moro;
e il pettirosso: nelle siepi s'ode
il suo sottil tintinno come d'oro.

 

Giovanni Pascoli

 

 

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8 giugno 2016 3 08 /06 /giugno /2016 21:52

 

 

Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti
Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti

.

 

Una storia d'amore

 

Io ti guarderò illuminata con il neon delle vetrine

poi ti nutrirò di coca- cola e di popcorn dentro ad un cine

 

[...] ti racconterò le mie

bugie sul mondo e quelle

sulla gente

poi ti bacerò con tutto

quanto in fiamme

con le luci spente...

 

e faremo l'amore sulle foglie e sui prati sul denaro e nel fuoco

dentro ai posti proibiti fino al cuore del mondo come due innamorati

come due innamorati senza niente da fare che non hanno

nient'altro che "una storia d'amore"


io ti curerò
perchè tu c'hai bisogno di ridere di gusto
e ti ringrazierò
quando usciremo presto
da un locale "giusto"
guarderò da giù
il grattacielo dei tuoi tacchi mozzafiato
e ti domanderai
se anche stavolta sono io quello sbagliato


e faremo l'amore dentro ad un temporale tra le luci del centro

tra le statue di sale con il cuore impazzito come due innamorati

come due innamorati senza niente da fare che non hanno nient'altro

che "una storia d'amore"


una storia d'amore
una storia d'amore
una storia d'amore
una storia d'amore
una storia d'amore
una storia d'amore

 

Jovanotti

 

 

 

 

 

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5 giugno 2016 7 05 /06 /giugno /2016 14:34
Quante lacrime nel mondo!

Invisibili bambini

 

Svanisce la tenera età

nei visi dei bambini iracheni

spauriti in una città

sommersa dalle macerie.

 

Sotto bagliori intermittenti,

imprigionati da fame e da paura

non possono scappare…

 

Nella visibile Bagdad

invisibile pace

invisibili bambini.

 

Fabio Grimaldi

 

Quante lacrime nel mondo!

 

Quante lacrime nel mondo! 

 

 

Quante lacrime nel mondo!

Clandestini 

 

Lasciano la propria casa

una notte qualunque

attraversano il mare

 

bambini, donne, uomini

ammassati su barconi infernali

anime mute

a fiutare la paura

la meta da raggiungere

 

attraversano il mare

spiati dalla morte

in una notte di domande e silenzi.

 

Fabio Grimaldi

 

 

 

A te che eri, la cosa più cara che ho avuto nella vita

 

 

 

Quante lacrime nel mondo!

 

Buenos Aires

 

Il bastimento avanza lentamente

Nel grigio del mattino tra la nebbia

Sull'acqua gialla d'un mare fluviale

Appare la città grigia e velata.

Si entra in un porto strano. Gli emigranti

Impazzano e inferocian accalcandosi

Nell'aspra ebbrezza d'imminente lotta.

Da un gruppo d'italiani ch'è vestito

In un modo ridicolo alla moda

Bonearense si gettano arance

Ai paesani stralunati e urlanti.

Un ragazzo dal porto leggerissimo

Prole di libertà, pronto allo slancio

Li guarda colle mani nella fascia

Variopinta ed accenna ad un saluto.

Ma ringhiano feroci gli italiani."

 

Dino Campana

 

 

 

Quante lacrime nel mondo!

.

 

Sei voci

 

Non fu il mare a raccoglierci
Noi raccogliemmo il mare a braccia aperte.

Calati da altopiani incendiati da guerre e non dal sole,
traversammo i deserti del Tropico del Cancro.

Quando fu in vista il mare da un’altura
Era linea d’arrivo, abbraccio di onde ai piedi.

Era finita l’Africa suola di formiche,
le carovane imparano da loro a calpestare.

Sotto sferza di polvere in colonna
Solo il primo ha l’obbligo di sollevare gli occhi.

Gli altri seguono il tallone che precede,
il viaggio a piedi è una pista di schiene.

 

Erri De Luca

 

 

 

Quante lacrime nel mondo!

.

 

 

 

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3 giugno 2016 5 03 /06 /giugno /2016 17:15

 

“Sentiva sulla pelle il suono, quel particolare suono che ha il silenzio di notte,

ne sentiva l’odore…un odore fatto di un nulla intenso"…

 

 

Carmen Valery

 

 

LA PRIMAVERA IN VERSI

 

Fabio Grimaldi

 

 

L’ape bacia

le tue labbra

di nettare odorose.

 

 

 

AL MOMENTO DELL'ONDA

 

Fabio Grimaldi

 

Solitari fanciulli

misurano l’acquario del mare

con voli di gabbiani.

 

Raccolgono

naufraghe conchiglie

al momento dell’onda.

 

 

 

 

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2 giugno 2016 4 02 /06 /giugno /2016 12:17
Frasi e dipinti famosi sul caffè

 

 

"Automat" - Edward Hopper 

 

 

Frasi e dipinti famosi sul caffè

 

"Alla fine della colazione" Pierre-Auguste Renoir - 1879 part.

 

 

Frasi e dipinti famosi sul caffè

 

"Colazione nello studio" Edouard Manet - 1868 part.

 

 

Frasi e dipinti famosi sul caffè

 

"Cocottina" Antonio Donghi !927 Rid. 

 

 

Frasi e dipinti famosi sul caffè

 

"Il pergolato" Silvestro Lega 

 

 

Frasi e dipinti famosi sul caffè

 

"Caffè di notte" Vincent Van Gogh 

 

 

 

 

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1 giugno 2016 3 01 /06 /giugno /2016 18:10
La Poesia

Cosa resterà del nostro tempo

 

Che ne sarà di noi

quando calerà il sipario

sul palcoscenico della vita.

 

Cosa resterà del nostro tempo...

 

Nessuno ricorderà

 

Canzone triste canterà inverno,

stagioni d'amore

racconteranno i cantastorie.

 

L'alba illumina sentieri incerottati...

 

Avanziamo lentamente.

 

Parole spoglie indossano cappotti di vento.

 

Giorgio De Luca

dal libro "Il respiro della vita" di Giorgio De Luca

 

 

 

La Poesia

La danzatrice

Per un giorno, la corte del principe invita una danzatrice
accompagnata dai suoi musicisti.

Ella fu presentata alla corte,
poi danza davanti al principe
al suono del liuto, del flauto e della chitarra.

Ella danza la danza delle stelle e quella dell'universo;
poi ella danza la danza dei fiori che vorticano nel vento.
E il principe ne rimane affascinato.

Egli la prega di avvicinarsi.
Ella si dirige allora verso il trono
e s'inchina davanti a lui.
E il principe domanda:

"Bella donna, figlia della grazia e della gioia, da dove viene la tua arte?
Come puoi tu dominare la terra a l'aria nei tuoi passi,
l'acqua e il fuoco nel tuo ritmo?"

La danzatrice s'inchina di nuovo davanti al principe e dice:

"Vostra Altezza, io non saprei rispondervi,
ma so che:

L'Anima del filosofo veglia nella sua testa.
L'anima del poeta vola nel suo cuore.
L'Anima del cantante vibra nella sua gola.
Ma l'anima della danzatrice vive in tutto il suo corpo."

Gibran Khalil Gibran.

 

 

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Attesa

 

Oggi che ti aspettavo

non sei venuta.

E la tua assenza so quel che mi dice,

la tua assenza che tumultuava

nel vuoto che hai lasciato,

come una stella.

Dice che non vuoi amarmi.

Quale un estivo temporale

s’annuncia e poi s’allontana,

così ti sei negata alla mia sete.

L’amore, sul nascere,

ha di quest’improvvisi pentimenti.

Silenziosamente ci

siamo intesi.

Amore, amore, come sempre,

vorrei coprirti di fiori e d’insulti.

E a voi, non è mai capitato di incontrarlo?

 

Vincenzo Cardarelli

 

 

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La Poesia

Fanciullo

 

Istantanea come un sorriso

la sua gioia di sole.

Stringe tra i giovani denti

timidi specchi di favole.

 

Un venticello lo attraversa.

 

Fabio Grimaldi

 

 

 

La Poesia

Scoperta della donna 

Ora la donna mi apparve senza più veli,

in un pudore naturale.

Da quel tempo i suoi gesti, liberi,

sorgenti in una solennità

feconda, mi consacrano all'unica dolcezza reale.

In tale confidenza passo senza stanchezza.

In quest'ora può farsi notte, la chiarezza lunare

avrà le ombre più nude.

 

Giuseppe Ungaretti

 

 

La Poesia

Adoro i piaceri semplici,

sono l'ultimo rifugio

della gente complicata.

O. Wilde

 

 

 

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1 giugno 2016 3 01 /06 /giugno /2016 16:23

 

 

 

"[...] la famosa voce che seguitava a ripetere: - Artù, che hai fatto? - suonò chiara e concreta, prossima al mio orecchio.olezz "Finalmente, eccola, è qua", mi dissi, e riapersi gli occhi. Riebbi, allora, istantanea, la consapeva della realtà presente. Ero vivo, questa donna che invocava "Artù" non era mia madre, ma la mia matrigna. E la ragione suprema della mia esistenza era: di baciare costei! Un impulso rapido e deciso mi disse segretamente: O adesso, o mai! e sebbene mi sentissi ancora quasi esanime, levai le braccia e la strinsi. Sentii, sulla mia faccia, i suoi riccioli, le sue lagrime, una freschezza primaverile, morbida e meravigliosa. E, come un grande respiro, una gioia profonda mi attraversò: "Ormai, - mi dissi , - anche se dovessi morire di questo suicidio, potrei morire contento". E tesi le labbra; ma, troppo debole, in quel gesto ricaddi mezzo svenuto su cuscino, senza averla baciata".

 

 

 

 

 

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30 maggio 2016 1 30 /05 /maggio /2016 14:22

 

 

TAMAR DI GIUDA - HAYEZ FRANCESCO

 

 

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.

 

Tes mains  Tes mains  Tes mains 

 

Tamar di Giuda

 

Hayez, Francesco

 

 

 

 

Autore: Hayez, Francesco (1791-1882),

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 84,5 cm x 112 cm (intero)

Collocazione::Varese (VA), Civico Museo d'arte Moderna e contemporanea Castello di

Masnago

 

 

 

Descrizione: Il dipinto ritrae sullo sfondo di un cielo azzurro, appena velato da bianche nuvole, una donna identificabile con il personaggio biblico di Tamar. La giovane è rappresentata in posizione frontale, con la gamba sinistra leggermente in avanti e il corpo inclinato lateralmente: la donna indossa una bianca veste aperta sul davanti così da mostrare il seno nudo, e coperta sulle spalle e sul capo da un ampio mantello color ocra gialla che lei stessa sostiene con il braccio destro sollevato e portato in avanti nell'atto di coprirsi. Nella mano sinistra regge un bastone ricurvo sulla sommità e un anello d'oro; al collo porta un ricco collare dorato. Il volto, raffigurato quasi di tre quarti, è rivolto verso la sinistra della composizione ed è caratterizzato da un'espressione intensa e malinconica, accentuata dalla penombra offerta dalla pieghe del mantello e del rosso turbante che le copre la testa.

La vicenda cui si riferisce il dipinto è tratta dal libro 38 della Genesi, che racconta la storia di Tamar, moglie del primo figlio di Giuda, Er. Dopo la precoce morte del marito, secondo l'obbligo della legge ebraica del levirato, la donna ne sposò il fratello, Onan, il quale però si rifiutò di avere figli da lei che, sempre secondo tale legge, sarebbero stati considerati del fratello Er e non suoi. Onan ricorse al metodo anticoncezionale del "coitus interruptus" ma, essendo questa una pratica considerata peccaminosa, venne punito da Dio con la morte. Giuda avrebbe dunque dovuto dare in marito a Tamar il suo terzo figlio, Sela, che però all'epoca era troppo giovane: la donna venne quindi rimandata dai genitori con la promessa che quando il ragazzo fosse cresciuto l'avrebbe sposata. Ma Giuda, temendo che la causa della morte di Er e Onan fosse Tamar e non volendo che anche Sela perisse, finse di dimenticarsi della nuora. Tamar escogitò allora uno stratagemma: si travestì da prostituta e senza essere riconosciuta (si era velata il volto) sedusse Giuda che, per unirsi a lei, le promise un capretto del suo gregge e le lasciò in pegno il suo sigillo, il cordone e il bastone. Quando Giuda venne informato che sua nuora si era prostituita ed era rimasta incinta, la condannò al rogo: la donna inviò allora al suocero gli oggetti che le aveva lasciato e gli mandò a dire che l'uomo con cui si era prostituita era il proprietario di quelle cose. Giuda riconobbe il sigillo e gli altri oggetti e riconobbela sua colpa, cioè di non aver dato in marito a Tamar il suo terzo figlio che partorì i gemelli Perez e Zerac. 

 

 

 

 

 

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29 maggio 2016 7 29 /05 /maggio /2016 15:13

 

 

Eros ha sconvolto il mio cuore,
come un vento che si abbatte
sulle querce sulle montagne.
 
Saffo

 

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CHE GIORNO SIAMO NOI

 

Che giorno siamo noi
Noi siamo tutti i giorni
Amica mia
Noi siamo tutta la vita
Amore mio

Noi ci amiamo e noi viviamo
Noi viviamo e noi ci amiamo

E noi non sappiamo cosa sia la vita
E noi non sappiamo che cosa è il giorno
E noi non sappiamo cosa sia l’amore.

Jacques Prévert

 

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VEGLIA

 

Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore

Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita


Giuseppe Ungaretti

 

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AlLICANTE

 

Un’arancia sulla tavola
il tuo vestito sul tappeto
e nel mio letto tu
dolce presente del presente
freschezza della notte
calore della mia vita


Jacques Prévert

 

 

Dicono alcuni che sulla terra nera
la cosa più bella sia un esercito di
cavalieri; altri dicono di fanti; altri dicono di
navi. Per me, invece, è ciò che si ama.

Saffo

 

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ACCAREZZAMI

Accarezzami, amore
ma come il sole
che tocca la dolce fronte della luna.
Non venirmi a molestare anche tu
con quelle sciocche ricerche
sulle tracce del divino.
Dio arriverà all'alba
se io sarò tra le tue braccia.

Alda Merini

 

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LE MANI DELLA MADRE

Tu non sei più vicina a Dio
di noi; siamo lontani tutti. Ma tu hai stupende
benedette le mani.
Nascono chiare in te dal manto, 
luminoso contorno: 
io sono la rugiada, il giorno,
ma tu, tu sei la pianta.

Fainer Maria Rilke

 

 

A me beato sembra come un dio
l'uomo che siede a te dinnanzi ed ode 
da vicino le tue dolci parole
riso amoroso.
 
Saffo

 

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NEL FUMO
 
Quante volte t'ho atteso alla stazione
nel freddo, nella nebbia. Passeggiavo
tossicchiando, comprando giornali innominabili,
fumando Giuba poi soppresse dal ministro
dei tabacchi, il balordo!
Forse un treno sbagliato, un doppione oppure una
sottrazione. Scrutavo le carriole
dei facchini se mai ci fosse dentro
il tuo bagaglio, e tu dietro, in ritardo.
poi apparivi, ultima. E' un ricordo
tra tanti altri. Nel sogno mi perseguita.
 
Eugenio Montale

 

 

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  • mondodiverso
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--- La pittura è una poesia che si vede e non si sente, 
e la poesia è una pittura che si sente e non si vede.
(Leonardo da Vinci)
  • --- La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede. (Leonardo da Vinci)

                                                                    

 

 Sul mio cuore, poesia, cammina lentamente,
lenta come l’erica delle paludi,
come un uccello plana sul ghiaccio notturno.
Se frangi la crosta di questa mia pena
Potresti annegare, poesia.


Olav H. Hauge  
 
 
 
                                           5Gd_q2Uv210---Copia.jpg                                 
   
    
 Questa strada ha un cuore.
Per me c'è solo un viaggio
su strade che hanno un cuore.
Là io voglio andare
è l' unica sfida che valga la pena.
     
   

 

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